Storia di Giuseppe e la moglie di Putifarre
Giuseppe e Putifarre sono due personaggi di cui narra il Libro della Genesi, uno dei libri della Bibbia.
La storia si colloca nel XVII secolo a.C., nella terra di Canaan.
Giuseppe era l'undicesimo di dodici fratelli ed il prediletto dal padre Giacobbe, ma i fratelli gelosi di questa preferenza decisero di liberarsi di lui e lo vendettero a dei mercanti diretti in Egitto.
In Egitto, Giuseppe che aveva diciassette anni ed era bello ed intelligente, fu acquistato da Putifarre (nome di origine egiziana che significa "colui che Ra ha donato"), Capo delle Guardie del Faraone.
Dalla storia e dalle leggende collegate, questo personaggio viene chiamato anche Potifar o come nel Corano Al-Aziz, (Aziz significa "potente").
Questo personaggio potente, ammirato delle capacità e dell'onestà del giovane, decise di nominarlo prima suo servitore personale e, in seguito, maggiordomo e amministratore dei suoi averi.
Grazie alle abilità di Giuseppe, Putifarre divenne molto ricco, ma sua moglie ad un certo punto si incapricciò di Giuseppe e cercò molte volte di sedurlo, venendo sempre respinta:" Non potrei mai rubare la moglie al mio padrone".
Un giorno, mentre Putifarre era assente, la donna aggredì ancora Giuseppe perché voleva unirsi a lui, ma lui si divincolò e fuggì via lasciandole però un pezzo del suo abito fra le mani.
La traditrice, offesa per essere stata respinta per l'ennesima volta dal "casto Giuseppe", accuso lo schiavo davanti al marito di averla aggredita.
Putifarre credendo alle parole della moglie fece imprigionare Giuseppe.
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Giuseppe ed i sogni profetici
I guai di Giuseppe cominciarono quando raccontò ai fratelli di aver sognato che durante il raccolto del grano, il suo covone stava ben ritto in piedi, mentre i covoni dei fratelli si piegavano verso di lui.
I fratelli, che già lo invidiavano per la predilezione paterna, interpretarono il sogno come una specie di profezia che prevedeva come loro si sarebbero un giorno inchinati davanti a lui.
Per questo decisero di ucciderlo, ma poi ripiegarono su la soluzione più vantaggiosa per loro: vendendolo ai mercanti come schiavo, si sarebbero liberati di lui e ne avrebbero tratto anche del denaro: e così fecero.
Dopo la disavventura con la moglie di Putifarre, Giuseppe in carcere ascoltò il sogno di due servitori del Faraone, un coppiere ed un fornaio.
I sogni dei due erano profetici e Giuseppe predisse ad uno, il coppiere, la libertà dopo tre giorni ed a questo chiese di ricordarsi di lui; all'altro predisse che sarebbe stato riconosciuto colpevole e sarebbe stato giustiziato; così avvenne....ma il coppiere liberato si dimenticò di Giuseppe fino a due anni dopo quando il Faraone in persona fece un sogno straordinario e voleva che qualcuno glie lo spiegasse.
Il Faraone aveva sognato di essere sulla riva del Nilo e di vedere sette vacche grasse uscire dalle acque e mettersi a pascolare tra i giunchi, ma, subito dopo, sette vacche magre uscivano dalle acque e divoravano le sette grasse.
Poi sognò che sette belle spighe di grano spuntavano da un unico stelo, ma ecco che altre sette spighe vuote crescevano dopo quelle e se le divoravano.
In quel momento Giuseppe era ancora in carcere, e spiegò al Faraone il senso del suo sogno: in Egitto ci sarebbero stati sette anni di prosperità con raccolti favolosi, ma a questi sarebbero seguiti sette anni di carestia e siccità.
Giuseppe spiegò anche che in quei sette anni di abbondanza il popolo egiziano avrebbe dovuto accantonare un quinto dei raccolti che sarebbero serviti per sopravvivere durante i sette anni di siccità.
La spiegazione colpì il Faraone che, liberato Giuseppe dalla prigione e dalla schiavitù gli disse: se Dio ti ha manifestato tutto questo, ciò significa che nessuno è più saggio e intelligente di te; io ti metterò a capo del paese e tutto il mio popolo si schiererà ai tuoi ordini.
Così Giuseppe per sette anni raccolse viveri ed i magazzini di tutte le città si riempirono di grano e quando arrivarono i sette anni di carestia, ovunque essa seminò fame e disperazione fuorché in Egitto.
La notizia della ricchezza dell'Egitto si diffuse nei paesi che soffrivano la carestia e vennero genti da tutto il mondo per comprare il grano.
Anche Giacobbe, padre di Giuseppe, lo venne a sapere e mandò i suoi figli in Egitto perché potessero comprare il grano e, i laceri fratelli inchinati ai piedi di Giuseppe vestito come un Re, fu la realizzazione del sogno dei covoni per il quale era stato venduto come schiavo.
Questo fa parte della più ampia storia di Giuseppe che si legge nella Bibbia.
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