Storia di Giovanni Battista
Giovanni Battista è l’ultimo profeta dell’Antico Testamento e il primo Apostolo di Gesù perché gli rese testimonianza quando era ancora in vita.
il santo più raffigurato nell’arte di tutti i secoli; non c’è pala d’altare o quadro di gruppo di santi, da soli o intorno al trono della Vergine Maria, in cui non sia presente questo santo, rivestito di solito con una pelle d’animale e con in mano un bastone che termina a forma di croce.
La storia di questo personaggio è straordinaria da prima della sua nascita che viene raccontata nel Vangelo di S. Luca dove si dice che era nato in una famiglia sacerdotale, suo padre Zaccaria era della classe di Abia e la madre, Elisabetta, discendeva da Aronne.
Un giorno, mentre Zaccaria offriva l’incenso nel Tempio, gli comparve l’arcangelo Gabriele che gli disse: “Non temere Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché sarà grande davanti al Signore”.
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Dopo quella visione, Elisabetta, già anziana, concepì un figlio fra la meraviglia dei parenti e conoscenti.
Dopo sei mesi l’arcangelo Gabriele andò a Nazzaret per annunciare a Maria la maternità del Cristo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo.
Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio".
L'Arcangelo Gabriele in quell'occasione informò la Madonna delle novità: "Vedi anche Elisabetta, tua parente, nella vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile; nulla è impossibile a Dio”.
Maria allora si recò dalla cugina Elisabetta per farle visita e al suo saluto declamò il bellissimo canto del “Magnificat” per le meraviglie che Dio stava operando per la salvezza dell’umanità e, mentre Elisabetta esultante la benediceva, anche il figlio che portava in grembo, sussultò di gioia.
Quando Giovanni nacque, il padre Zaccaria che all’annuncio di Gabriele era diventato muto per la sua incredulità, riacquistò la voce.
Giovanni, che in ebraico faceva Iehóhanan che significa: “Dio è propizio”, venne al mondo ad Ain Karim a circa sette km da Gerusalemme, dove esistono due santuari del VI secolo con due santuari dedicati alla Visitazione e alla Natività.
Della infanzia e giovinezza di Giovanni non si sa niente; gli artisti lo immaginano accanto al cuginetto Gesù e spesso è con lui dipinto, sempre rivestito con la pelle di pecora e chiamato affettuosamente “San Giovannino”.
Probabilmente crebbe retto e pio come erano i suoi avi sacerdoti, già carico di responsabilità che gli derivavano dalle parole profetiche dell'Arcangelo Gabriele quando descrisse le sue virtù, del suo essere "pieno di Spirito Santo", operatore di conversioni in Israele, precursore del Signore con lo spirito e la forza di Elia.
Quando fu adulto Giovanni, conscio della sua missione, si ritirò a condurre la dura vita dell’asceta nel deserto: portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi e il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio (28-29 d.C.), iniziò la sua missione lungo il fiume Giordano;
con l’annuncio dell’avvento del regno messianico ormai vicino, esortava alla conversione e predicava la penitenza.
Dalla Giudea, da Gerusalemme e da tutta la regione intorno al Giordano, accorreva ad ascoltarlo tanta gente considerandolo
un profeta e Giovanni, in segno di purificazione dai peccati e di rinascita, immergeva nelle acque del Giordano coloro
che accoglievano la sua parola, cioè dava un Battesimo di pentimento per la remissione dei peccati, da qui deriva il nome di
Battista, "che battezza" che gli fu dato.
Anche i soldati del re Erode Antipa andavano da lui a chiedergli cosa potevano fare se il loro mestiere era così disgraziato e malvisto dalla popolazione e lui rispondeva: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno e contentatevi delle vostre paghe” (Lc 3, 13).
Molti cominciarono a pensare che egli fosse il Messia tanto atteso, ma Giovanni assicurava loro di essere solo il Precursore: “Io vi battezzo con acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
Ai sommi sacerdoti, preoccupati per la sua crescente fama, che gli inviarono una delegazione ufficiale, chiedendogli chi egli fosse, disse di non era affatto il Messia, il quale era già in mezzo a loro.
“Io sono la voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia”.
Anche Gesù si presentò al Giordano per essere battezzato e Giovanni quando se lo vide davanti disse:
“Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal mondo!” e a Gesù: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” e Gesù: “Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia”.
Allora Giovanni acconsentì e lo battezzò e vide scendere lo Spirito Santo su di Lui come una colomba, mentre una voce diceva: “Questo è il mio Figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”.
Gesù cominciò la sua predicazione: aveva formato il gruppo degli apostoli e discepoli ed era seguito da una gran folla e Giovanni, che aveva predicato proprio per preparare un popolo degno, che accogliesse Gesù e il suo messaggio di Redenzione, confidava ai suoi discepoli “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire”, sottintendendo con ciò la fine della sua
missione.
Ma come suo cugino Gesù, Giovanni non era destinato ad invecchiare: in quel tempo governava Israele il re Erode Antipa il quale conviveva con la moglie divorziata da suo fratello, la bella Erodiade, vivendo in aperto contrasto con la legge ebraica, perchè per il loro Libro Sacro, la “Torah”, il divorzio di Erodiade non era ammissibile dato che dal matrimonio era nata una figlia, Salomè.
Davanti a questo scandalo pubblico Giovanni, sentiva il dovere di protestare verso il re per la sua condotta contrariando lui ma sopratutto la sua concubina che lo voleva morto.
Erode fece arrestare e mettere in carcere Giovanni, ma considerandolo uomo giusto e santo, preferiva vigilare su di lui e l’ascoltava volentieri, anche se restava molto turbato.
Per Erodiade, però, venne il giorno favorevole, quando il re diede un banchetto per festeggiare il suo compleanno invitando tutta la corte ed i notabili della Galilea.
Alla festa partecipò con una conturbante danza anche Salomè, la figlia di Erodiade e quindi nipote di Erode Antipa; la sua esibizione piacque molto al re ed ai commensali, per cui disse alla ragazza: “Chiedimi qualsiasi cosa e io te la darò”.
La giovane Salomé chiese consiglio alla madre che presa la palla al balzo, le suggerì di chiedere la testa del Battista.
Erode si rattristò a questa richiesta, ma per il giuramento fatto davanti a tutti non volle rifiutare e ordinò alle guardie che gli fosse portata la testa di Giovanni, che era nelle prigioni della reggia.
Il Battista fu decapitato e la sua testa fu portata su un vassoio e data alla ragazza che la diede alla madre soddisfatta della sua vendetta.
I discepoli di Giovanni, saputo del martirio, vennero a recuperare il corpo, deponendolo in un sepolcro che divenne oggetto di pellegrinaggio, perchè la sua uccisione suscitando orrore, ne aumentò la fama di Santo.
Molti testi apocrifi, come anche i libri musulmani, fra i quali il Corano, parlano di lui; dai suoi discepoli si staccarono gli apostoli Andrea e Giovanni per seguire Gesù.
Il suo culto si diffuse in tutto il mondo conosciuto di allora, sia in Oriente che in Occidente e a partire dalla Palestina si eressero innumerevoli Chiese e Battisteri a lui dedicati anche per la considerazione di Cristo che lo aveva definito “Il più grande tra i nati da donna”.
E' tale la considerazione che la Chiesa gli riserva che è l’unico santo, dopo Maria, ad essere ricordato nella liturgia, oltre che nel giorno della sua morte (29 agosto), anche nel giorno della sua nascita (24 giugno); quest’ultima data è la più usata per la sua venerazione dalle innumerevoli chiese, diocesi, città e paesi di tutto il mondo che lo venerano come loro santo patrono.
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