I Draghi nella storia e nell'arte
L'aspetto dei Draghi
Il drago è una creatura mitico-leggendaria dai tratti solitamente serpentini o comunque affini ai rettili, ed è presente nell'immaginario collettivo di molte culture: in Europa il drago è una creatura malefica e distruttrice, mentre nella cultura cinese il drago rappresenta
un segno di benevolenza oltre che di buon augurio.
Il termine deriva dal latino draco (nominativo), a sua volta proveniente dal greco drakon, con lo stesso significato di "serpente".
L'etimologia del termine è stata spesso discussa: connesso col verbo dèrkesthai (guardare), probabilmente in connessione ai poteri legati allo
sguardo di queste bestie o alla loro presunta vista acutissima.
(questo è un animale reale, ancora presente sull'isola)
I draghi dei greci e dei romani
Presso gli antichi Greci e, a seguire, presso i Romani, vennero chiamate "Drago" tutte le specie di serpenti grossi, ma innocui, che potevano anche essere tenuti come animali domestici.
L'animale è presente nella mitologia greca in varie storie, come in quella del drago Ladone, padre delle Esperidi, ucciso da Eracle e posto nel firmamento nella costellazione del Draco, o del drago Pitone ucciso da Apollo.
Omero cita un "drago", ovvero un animale fantastico con una vista acuta, l'agilità di un'aquila e la forza di un leone, rappresentato come un serpente con zampe e ali, mentre Filostrato, nel 217 a.C. scriveva di queste bestie.
(pubblicita' ads A1)
I draghi cinesi
In Cina, i draghi sono da sempre, con la fenice, simbolo della famiglia imperiale.
Inoltre, non è infondato pensare che queste fantasie possano essere state alimentate dal ritrovamento di fossili di dinosauro, impossibili da spiegare altrimenti nell'epoca del ritrovamento.
Già nel 300 a.C., un misterioso fossile ritrovato a Wucheng, Sichuan, in Cina, è stato etichettato come fossile di drago (probabilmente
era solo un dinosauro).
Caratteristiche dei draghi
In linea di massima il drago è visto come una creatura appartenente alla classe dei rettili, ha sangue freddo, è carnivoro e depone le uova (naturalmente esistono eccezioni).
Spesso il drago ha la forma allungata del serpente, coperto di scaglie, con lungo collo, lunga coda e una bocca enorme dalla quale sputa getti di fuoco e il suo sangue è velenoso.
A volte assomiglia a un dinosauro, con due o quattro zampe e ali di pipistrello.
Draghi a più teste
Partendo dal mito di Ercole i draghi con più teste vengono comunemente definiti col nome di
Idre che significa "serpente d'acqua".
Un Drago, mostro dalle tante teste (di cui una immortale) viveva nella palude di Lerna e atterriva i villaggi vicini divorando uomini e bestie, quando si svegliava dal suo sonno.
Secondo la leggenda, Ercole, stanato il mostro dal suo nascondiglio con l'ausilio di frecce infuocate, cercò di ucciderlo tagliandogli le teste con una spada ricurva, ma ad ogni taglio la testa mozzata ricresceva.
Ercole allora chiese aiuto al nipote Iolao che doveva bruciare i colli dell'Idra ogni qual volta ne tagliava le teste e soffocò quella immortale schiacciandola con un sasso e poi seppellendola
Il Drago Anfisbena
Un drago senza né ali né zampe, ma con due teste è chiamato Anfisbena.
Il suo nome è un composto dalle parole greche amfis e bainein, che significa “che va in due direzioni”.
L’archeologo riscontrerà la somiglianza con alcune raffigurazioni, ampiamente diffuse nel mondo, di serpenti a due teste.
L’anfisbena è, citando le parole di Brunetto Latini, «un serpente con due teste, una al suo posto e l’altra sulla coda, e con entrambe può
mordere, e corre con prestezza, e gli occhi brillano come candele.»
Per altri autori l’anfisbena sarebbe dotata di zampe, ma per correre avrebbe inventato la ruota: una testa entrerebbe nella bocca all’altra estremità e, facendosi cerchio, l’anfisbena potrebbe così correre velocissima.
I draghi Viverne
I draghi con ali e due zampe si chiamano Viverne.
Al contrario dei draghi possiedono solo un paio di zampe, quelle posteriori.
Le zampe anteriori sono sviluppate in ali con una apertura di circa 16 metri.
Le viverne sono grigio-marroni e raggiungono la lunghezza di circa 12 metri, metà dei quali costituiti dalla coda che termina in un aculeo velenoso come quella degli scorpioni e il loro veleno è potente e letale.
Sebbene assomiglino ai draghi, secondo alcuni, le Viverne sono animali non molto intelligenti e solo lontanamente imparentate con essi.
Questi Draghi compaiono in molti dipinti del Medioevo e del Rinascimento e sono animali araldici.
I draghi occidentali
I draghi che possiedono quattro zampe e due ali sono conosciuti generalmente come draghi occidentali che a partire dall’epoca medioevale sono stati descritti come creature malefiche e distruttrici.
La caratteristica principale dei draghi occidentali è da sempre la capacità di emettere “fuoco e fiamme lucenti, con un boato tale da far pensare a qualche creatura del diavolo”.
E infatti, era proprio questo che si pensava del drago, che fosse cioè un animale diabolico.
Dal Medioevo il Drago è stato rappresentato come un alleato del maligno e quindi non aveva proprio nulla di buono e il fatto di riuscire ad ucciderlo significava essere illuminati da Dio (come San Michele e il più famoso San Giorgio).
I draghi Anfittero
Se un drago possiede grandi ali e non ha le zampe, è chiamato Anfittero.
L’Anfittero vero e proprio vive in Arabia e lungo le rive del Nilo dove protegge gli alberi da incenso, mettendo in fuga chi va a rubare la resina di questa pianta.
Il fantastico Serpente Piumato Atzeco chiamato "Quetzalco" ed i Draghi Messicani sono senza zampe ed hanno ali piumate.
Questo drago possiede una vista acutissima ed un soffio infuocato e letale che terrorizzava le antiche popolazioni del continente americano, che per ammansirli gli elargivano doni e sacrifici dai tetti dei templi.
I Draghi Lindworm o Lindorm
Il Drago Lindorm, è un Drago dal corpo serpentino e con una lunga coda, due sole zampe corte e senza ali.
E' una creatura molto grande e feroce che divora bestiame e persone e vive di preferenza in profonde grotte vicino ai villaggi da dove può agguantare con facilità le sue vittime.
Viene descritto, tra gli altri, da Marco Polo che ne aveva avvistati alcuni esemplari attraversando l’Asia Centrale.
Sono draghi che solitamente vengono rappresentati sugli stemmi araldici.
San Giorgio e il drago (leggenda della Brianza)
Nel “Liber Notitiae Sanctorum Mediolanii” si racconta che San Giorgio visse in Brianza.
La gente della zona era solita offrire da mangiare al mostro i giovani dei villaggi, che venivano estratti a sorte.
Tra le vittime designate c’era anche la principessa Cleodolinda di Morchiuso, che fu legata ad una pianta di sambuco, pronta al sacrificio.
San Giorgio riuscì ad ammansire la bestia dandogli da mangiare dei petali di fiori di sambuco.
(pubblicita' ads A3)
Il drago fu decapitato e la testa rotolò nel lago di Pusiano.
La tradizione vuole che ancora oggi, tutti gli anni, il 24 aprile, giorno di San Giorgio, in Brianza si preparino i “Pan meitt de San Giorg”, dolci di farina gialla e bianca, latte, burro e fiori essiccati di sambuco.
San Giorgio e il drago (leggenda dei crociati)
Giorgio, protettore dell’Inghilterra (voluto da Edoardo III nel 1348), nacque in Palestina e morì decapitato nel 287.
La leggenda del drago fu tramandata molto più tardi, durante il XII secolo da parte dei crociati che tornavano dalla Terra Santa.
Si narrava che il santo, che in seguito diventerà l’assassino dei draghi per antonomasia, in quell’occasione uccise un terribile drago che era in procinto di mangiare una giovane principessa.
Torna all'indice Temi vari