Storia di Dafne
Dopo un'eroica avventura, Apollo, dio della luce, della musica e della profezia, si sentiva particolarmente fiero di sé e, raccontando le sue gesta a Cupido (Eros), dio dell’Amore, sorrideva del fatto che anche lui portasse arco e frecce.
Nella sua presunzione Apollo continuò la conversazione insistendo sul fatto che, arco e frecce, non sembravano armi adatte a lui.
Cupido si offese e decise di vendicarsi : colpì il dio con la freccia
d’oro, che faceva innamorare, e la ninfa Dafne con la freccia di piombo, che faceva rifuggire l’amore, per dimostrare ad Apollo di cosa fosse capace il suo arco.
"Rapido era l’inseguitore, rapida la fuggitiva. Invano egli la pregò di Dafne era una Ninfa, figlia del dio fluviale Penèo (Tessaglia), che viveva scorrazzando per boschi e valli, felice della libertà di
cacciare e di cantare.
Il padre di Dafne avrebbe voluto che si sposasse ed avesse dei figli, ma lei riuscì ad ottenne da lui il consenso di rimanere fanciulla, come Diana (Artèmide)
Apollo, non appena incontrò Dafne, se ne innamorò perdutamente e la inseguì la per valli e per monti.
ristare; invano le gridava: — Non nemico io t’inseguo! —; invano vantò la propria qualità di figlio di Zèus, di signore del canto e dell’arco, dei vaticini e dell’arte medica".
Dafne, che già prima di incontrarlo aveva rifiutato l’amore, essendo stata colpita dalla freccia di piombo di Cupido, quando vide Apollo cominciò a fuggire.
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Dafne sempre più spaventata continuava a correre, finché, arrivata vicino al fiume Peneo, ormai sfinita, chiese al padre di aiutarla.
Dafne si trasformò così in albero d’alloro, per sottrarsi ai baci di Apollo.
Apollo era tanto innamorato di lei che fece diventare questa pianta sempreverde e rendendola sacra.
Da quel momento una corona d'alloro avrebbe ornato i suoi capelli, la sua cetra e la sua faretra e
d’alloro sarebbero stati incoronati in seguito i vincitori e i condottieri.
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