La storia delle Conchiglie nell'Arte
La conchiglia, da sempre elemento legato all'
Acqua è stata utilizzata nelle arti figurative fin dall’antichità.
Nell’
Antica Grecia la conchiglia aveva una funzione simbolica legata ai simboli femminili.
La mitologia Greca vuole che Venere, dea della bellezza e dell’amore, sia nata da una Conchiglia; uno delle prime testimonianze pittoriche si trova in un affresco di Pompei risalente al primo secolo avanti Cristo.
Nel
Mondo Latino la parola "pecten" indica sia la conchiglia sia l’organo riproduttivo della donna e, questo legame conchiglia - donna, diventa nel mondo occidentale, sinonimo di fecondità e di vita.
Nell’arte Funeraria Romana e poi in quella Cristiana, la conchiglia è posta come simbolo di vita e di resurrezione, così nel mondo Cristiano la conchiglia, simboleggiando la rinascita e alla purificazione spirituale, è legata al Battesimo (rinascita nella Grazia) ed al pellegrinaggio (viaggio di purificazione).
Per questo le Fonti Battesimali, le acquasantiere ed oggetti legati a riti di purificazione hanno spesso forma di conchiglia, ma anche la conchiglia stessa raccolta ed usata dai pellegrini come piatto e come ciotola per bere,
rappresentava la semplicità e di quanto poco in realtà abbiamo bisogno.
Nel Buddismo la conchiglia è uno degli otto simboli di fortuna ed è augurio di viaggio felice; “Quello della conchiglia” era il nome dato dagli Atzechi al Dio della Luna, archetipo femminino, signora delle acque, che presiede alla nascita della vegetazione e alla fecondità in tutte le sue manifestazioni.
Nella tradizione cristiana la conchiglia oltre essere attributo di alcuni santi come San Rocco, è non di rado associata alla figura della Vergine.
Ma per il suo legame con l’organo femminile, nell’arte occidentale è utilizzata anche come segno di lussuria.
Nel periodo Rinascimentale e Neoclassico, le conchiglie tornano ad essere utilizzate anche nell'arte funeraria perché in quei periodi i sarcofagi romani erano presi come modello.
La conchiglia che tutti ricordano è la celebre "
Nascita di Venere" del
Botticelli (1444/5-1510)
che sospinta dai venti simboleggia un amore pudico.
Sempre dello stesso periodo la simbologia della conchiglia appare anche in architettura così come la dipinge
Piero Della Francesca nella Pala di Montefeltro.
Al centro del dipinto è posta la Madonna, che con occhi pensierosi osserva il figlio dormiente sulle sue ginocchia.
Come la conchiglia protegge la perla finché essa è al suo interno, così il sacro bambino dormirà serenamente sulle ginocchia della madre, ma qui la simbologia si allarga alla figura di Cristo: come la conchiglia produce una perla, oggetto prezioso, creando sofferenza all’animale che la produce, così Cristo è la perla, frutto prezioso dell’umanità e la Madonna lo accoglie bianca di purezza,
ma attraverso la sofferenza, come la conchiglia.
Il Pecten maximus, la grande conchiglia alle spalle della Madonna si inserisce perfettamente ed armoniosamente nella struttura architettonica e prospettica dell’opera come elemento decorativo al di là dei
significati simbolici.
La funzione decorativa della conchiglia, in particolar modo del Pecten, verrà poi sfruttata in molti ambiti architettonici, per ornare facciate di case, soffitti, capitelli, colonne e fontane.
La conchiglia simboleggia anche la salvezza e la nuova vita, la purificazione dopo il pentimento e il peccato, la rinascita.
In questo senso essa è stata usata da vari artisti, come
El Greco e
Murillo che dipingendo il "Battesimo di Gesù" lascia cadere l’acqua del fiume
Giordano sulla testa di Cristo da una conchiglia.
Il
Caravaggio (1571-1610) nel dipinto "La cena in Emmaus" appende sul petto di uno dei commensali proprio una conchiglia che indica il riconoscimento del Cristo risorto e l’abbandono dell’incredulità e dello sconforto, come fosse
un pellegrinaggio da uno stato di tenebra alla luce abbagliante.
In un altro dipinto molto noto, il "S.Giacomo" di
Albrecht Durer (1471-1528), si nota una conchiglia al petto del Santo, come appare nelle raffigurazioni di altri santi pellegrini, come San Rocco o negli stemmi delle famiglie che hanno intrapreso un
pellegrinaggio a Santiago di Compostela.
Ben altra la simbologia è legata alla conchiglia "Mytilus" dipinta nella parte anteriore de "Il giardino delle delizie" di
Hieronymus Bosch (1450 ca-1516), dove una folla animale popola questo paradiso di effimera bellezza che conduce però alla dannazione.
La conchiglia che qui è rappresentata manca del corpo, ovvero la parte molle e si configura come mero involucro vuoto, atto ad ospitare il peccato.
Se ben si osserva molte altre membrane, scorze, cupole o sfere vuote sono il luogo degli incontri amorosi all’interno del giardino, luogo privilegiato della letteratura ove consumare una cocente passione.
Nel XVII secolo il tema della conchiglia viene ripreso nelle composizioni di Nature Morte chiamate Vanitas realizzate dai pittori Fiamminghi.
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Questi "Vanitas" ospitano assai spesso uno o più gusci vuoti, che insieme ad altri oggetti ammoniscono sulla vacuità e il senso precario dell’esistenza.
Nella società olandese del tempo questi quadri erano colmi di simboli occulti, nascosti apparentemente fra i vari oggetti rappresentati, ma facilmente percepibile personaggi dell'epoca.
La conchiglia acquisisce progressivamente il significato di cosa vana, inutile, senza sostanza, come fare atti senza valore.
Nei dipinti di
Jan Brueghel il Vecchio ed
Ambrosius Bosschaert accanto a vasi ricolmi di fiori compaiono conchiglie quali simbolo della vita come esperienza effimera se vissuta fuori della fede. (Molti dei fiori hanno un significato simbolico-religioso: il giglio bianco rappresenta Maria, l’iris la redenzione, il garofano la passione, il tulipano la morte; la farfalla rappresenta la resurrezione.)
Dal XVIII secolo le conchiglie cambiarono significato: esse vengono raffigurate come componenti della natura, della varietà e bellezza di questi oggetti, le conchiglie raffigurate spesso in diverse forme e dimensioni insieme ad altri oggetti da collezionismo, non vogliono più ammonire l’uomo sulla fragilità della sua esistenza, ma sono soltanto un oggetto di per sé bello, meraviglioso e
come tale da ammirare per la sua esteriorità.
Tra i tanti significati attribuiti alla conchiglia, vi è i quello di simbolo di conoscenza superiore, esoterica, che apra le porte di un mondo celato ai più.
E’ il caso del "Sileno ebbro" dipinto da Ribera (1591 ca-1652), il quale giace nudo a terra e regge un nautilo come coppa.
Sileno è un vecchio saggio, filosofo o maestro di Dioniso, sempre ebbro e la sua saggezza deriva direttamente dal vino, in questo caso bevuto proprio da una conchiglia: come nel mondo religioso la conchiglia porta la vita spirituale, così Sileno dimostra che la porta d’accesso ad una vita di conoscenza superiore è l'ebbrezza.
La storia della conchiglia nell'Arte non si ferma ai secoli passati, ma continua a rinnovarsi attraverso la fantasia ed il pennello di artisti come
Redon, Picasso,
Dalì, De Chirico,
Frida Kahlo e
De Pisis.
Nel terzo millennio sembra che la forma della conchiglia stia conquistando gli architetti che disegnano stadi, teatri e palazzi pubblici copiando dal loro guscio la forma.
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