I personaggi mitologici
* A fondo pagina trovi anche il grande “albero genealogico” delle divinità greche
Afrodite:
Dea dell’amore e della bellezza, la cui origine è presumibilmente orientale e che i Romani identificarono in Venere.
Sue erano la stella del mattino e quella della sera (il pianeta Venere) e le erano sacri colomba e delfino.
Secondo Esiodo (e gli Orfici) fu generata dal membro reciso di Urano e dalla schiuma del mare (aphrós) e per questa credenza veniva anche chiamata Anadiomene, «colei che emerge dalle onde», o Pelagia, «marinà».
Secondo Omero, invece era figlia di Zeus (Giove per i romani) e Dione.
Dopo aver incontrato Anchise, dal quale ebbe Enea, fu obbligata da Zeus a sposare il brutto Hefesto, da cui ebbe Priapo, ma che presto tradì con Ares, dal quale ebbe Armonia, Phobos (la Paura), Deimos (il Terrore), Eros e Anteros.
*Leggi la storia di Venere e guarda le opere d’arte che la raffigurano
Alcesti: la più bella delle figlie di Pelia e di Anassabia, sposa di Admeto re di Tessaglia. Admeto per conquistare Alcesti dovette sottostare alle prove che Pelia imponeva a tutti gli aspiranti alla mano della figlia, egli riuscì a superare la prova che consisteva nell’aggiogare ad un carro un leone ed un verro. Quando Admeto era sul punto di morire, Alcesti offerse la propria vita in cambio di quella di lui. Eracle stesso scese poi nell’Ade e la riportò in vita restituendola al marito; secondo un’altra versione riebbe la vita da Persefone.
Alcmeone: figlio di Erifile e di Anfiarao, per vendicarsi della morte del padre, uccise l’ambiziosa madre, ma fu poi perseguitato dalle Furie e impazzì.
Aloadi: Mostruosi giganti chiamati Oto ed Efialte, figli di Poseidone e di Ifimedia, sposa di Aloeo. Presero il loro appellativo dal marito della madre: si diceva che crescessero di ben nove pollici al mese. Cresciuti sfidarono Zeus che dopo lunghi combattimenti chiese una tregua. I giganti pretesero allora Afrodite ed Era in ostaggio, oltraggiando l’olimpo che inviò Ares a sterminarli. Costui fallì e venne imprigionato in una gabbia di ferro per tredici mesi, fin quando non sopraggiunse il valoroso Eracle, suo liberatore. Artemide si trasformò in cerva e andò incontro al loro carro bellico: nel volerla tempestare di frecce si uccisero accidentalmente l’un l’altro. Per un’altra tradizione, fu Zeus a fulminarli e condannarli alla persecuzione eterna ed anche che quando cercarono di scalare l’Olimpo, furono uccisi da Apollo.
Amadriadi: ninfe dei boschi che si credeva vivessero e morissero con gli alberi entro cui erano rinchiuse, a differenza delle Driadi che erano immortali.
Amazzoni: donne guerriere, abili specialmente con l’arco; vivevano in un paese dal quale erano stati scacciati gli uomini, e compivano temibili scorrerie nelle terre vicine.
Anfiarao: figlio di Apollo e di Ipermestra, famoso indovino di Argo, sposò Erifile che, tentata dalla collana di Armonia, che aveva il potere di conferire la bellezza a chiunque la portasse, spinse il marito a partecipare alla spedizione contro Tebe da cui non fece più ritorno; fu poi vendicato dal figlio Alcmeone.
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Anna Perenna: Anrica dea romana che presiedeva alla perpetuazione degli anni.
Apollo: Apollo, era certamente il Dio più importante dell’Olimpo, dopo Zeus. Nei tempi più antichi Apollo veniva distinto da Ello, la divinità del Sole; perciò viene chiamato Febo Apollo o semplicemente Febo. Anche per gli antichi Romani impersonava la luce. Esso soggiornava di preferenze sul monte Parnaso, dove soleva riposare allietato dalla compagnia delle Muse. Apollo come la sorella Artemide è figlio di Zeus. Il mito racconta che un giorno Zeus si innamorò della bella Latona (che simboleggiava la notte). Per unirsi a lei, sfuggendo alla sorveglianza di Era, non trovò di meglio che trasformarsi insieme all’amata, in quaglia. Era però si accorse dell’inganno e adirata con la rivale, le scatenò contro un serpente Pitone a cui diede l’incarico di perseguitarla. Zeus fece approdare Latona su di uno scoglio, che galleggiava nel mare che si fissò al fondo con delle colonne, dando origine all’Isola Asteria chiamata poi in suo onore Isola di Delo. Qui finalmente poté mettere al mondo i suoi gemelli: Apollo, dio del Sole, Artemide dea della Luna.
Padre di Asclepio, Apolo gli donò l’arte della guarigione, rimanendo però in possesso delle sue proprietà mediche.
Confuso da alcuni autori greci con Helio, dio del sole, Apolle era di straordinaria bellezza, veniva raffigurato giovane, senza barba come un adolescente, con una lunga chioma; il suo volto era sereno e dolce; la fronte era incoronata da mirto e alloro, in mano portava la cetra.
Oltre la cetra, altri suoi attributi erano, l’arco, le frecce, la faretra ed erano a lui consacrati il nero corvo e il bianco cigno perché simboleggiavano l’oscurità della morte e la luce del giorno.
Apollo ebbe Delfi come centro del suo culto, là, dove sorgeva anche il suo famoso oracolo, che fu fondato in questo preciso punto in seguito all’uccisione del serpente Pitone, figlio di Gea.
Presso questa località si svolgevano ogni quattro anni, i giochi Pitici, in suo onore. Fu venerato dai Romani come protettore della salute cui furono anche dedicati i giochi detti Ludi Apollinares.
Aracne: fanciulla della Lidia, volle sfidare Atena nell’arte del tessere: ricamò un bellissimo tessuto in cui erano raffigurati gli amori degli dei. Atena allora vedendosi vinta da una mortale, si adirò e stracciò la tela di Aracne che poi si trasformò in un ragno, condannandola così a tessere e filare per l’eternità.
Ares:
Figlio di Zeus ed Era; spesso identificato come il dio della guerra, in realtà Ares è il dio solo degli aspetti più violenti della guerra e della lotta intesa come sete di sangue.
Ares oltre ad essere un dio feroce era anche molto bello, si innamorò, riamato, di Afrodite, la dea dell’amore e della bellezza, da cui ebbe numerosi figli:Armonia, Phobos (la Paura), Deimos (il Terrore), Eros (l’amore) e Anteros (l’amore non corrisposto).
La storia degli amore clandestini tra Ares e Afrodite, già sposa di Hefesto, ha dato spunto a molti racconti comici per significare nell’animo umano come in natura, è possibili la composizione e l’equilibrio tra forze contrastanti e addirittura opposte.
Aretusa: una delle ninfe di Artemide che, per sfuggire all’amore del cacciatore Alfeo, fu trasformata dalla dea in una bella fonte. Ma Alfeo la riconobbe lo stesso e, prendendo le sembianze d’un fiume, mescolò felicemente le proprie acque con quelle di Aretusa.
Argo: gigante dai cento occhi, chiamato dai greci Panoptes (= che vede tutto). Il gigante vegliava sempre perché i suoi cento occhi che non erano posti tutti sul capo ma in ogni parte del suo corpo e si riposavano a turno: mentre cinquanta erano chiusi, gli altri cinquanta vegliavano.
Quando Zeus (Giove) si invaghì della sacerdotessa Io, sua moglie Hera (Giunone) lo scoprì e ordinò ad Argo di vegliare su di lei giorno e notte, anche se era stata trasformata dal dio in una candida giovenca (vitella).
In seguito Argo morì ucciso da Hermes, inviato dall’Olimpo a liberare Io.
Arpie: Mostri con testa, busto e braccia di donna e il resto del corpo di uccelli rapaci con ali e artigli. Figlie di Taumante, divinità marina e figlio di Ponto e dell’Oceanina Elettra. Due, o tre, secondo le diverse versioni del mito, le Arpie erano, diversamente dalla sorella Iride, di orrido aspetto, ma come lei velocissime. Il loro nome deriva dal greco harpazein che rignifica rapire con violenza e questo spiega la rappresentazione con gli artigli. Esiodo ne nomina due, Aello e Ocipete. La terza sarebbe Celeno, l’«oscurà». La loro residenza fu il giardino delle Esperidi da dove gli Argonauti le fecero fuggire e quindi andarono nelle isole Strofadi. Esse personificavano la morte violenta e trasportavano in volo le anime dei defunti nell’aldilà.
Astrea: divinità femminile, figlia di Zeus e di Temi, volle discendere sulla Terra per vivere con gli uomini, ma le loro malvagità la costrinsero a far ritorno al Cielo, dove formò il segno zodiacale della Vergine; viene ritenuta anche una personificazione della giustizia.
Atalanta: figlia di Iasio, re di Arcadia, e di Climene; abile cacciatrice, partecipò alla caccia del cinghiale calidonio e fu la prima a colpirlo; fu trasformata assieme al marito Ippomene in leone, per aver violato con lui il tempio di Cibele.
Athena (Pallade Athena):
identificata dai romani con Minerva, nacque dalla testa di Zeus dopo che ebbe inghiottito la sua prima moglie Metis, per evitare che si compisse una predizione di Gea, secondo la quale avrebbe dato alla luce un figlio di tale sapienza e potenza che lo avrebbe detronizzato.
Colpito da una forte emicrania Zeus mandò a chiamare Efèsto (Vulcano) perchè, con un colpo preciso d’ascia, gli aprisse la testa; dal cranio di Zeus, quando fu aperto, uscì Athena, armata e bellissima.
Considerata dai greci dea della ragione, del senno e della guerra, Athena vegliava su chi combatteva senza violenza ma con accortezza e astuzia.
In tempo di pace ad Atena era affidata la protezione delle arti e delle scienze e le attività artigianali.
La dea vegliava anche su ogni impresa che si distinguesse per nobiltà, bellezza e ardimento.
Bacco
Dio romano del vino; corrispettivo romano del dio greco Dionisio, figlio di Zeus e di Sèmele.
Baccanti: donne, per lo più sacerdotesse, seguaci di Bacco, che procedevano in corteo cantando e danzando, con in mano un tirso; eccitate dal dio si abbandonavano agli impulsi più sfrenati, crudeli e/o erotici, spesso trasformando il rito sacro in orge incontrollate (baccanali).
Bellona: Dea Romana Moglie di Marte e dea della Guerra.
Bellerofonte: eroe corinzio, così chiamato (Fonte=uccisore ) per avere ucciso in una disgrazia il fratello di nome Bellero; con l’aiuto di Pegaso sconfisse la Chimera, domò poi le Amazzoni; volle infine salire al Cielo ma fu punito da Zeus e precipitò morente sulla Terra.
Bona Dea: Antica dea romana onorata esclusivamente dalle donne.
Broteo: figlio di Vulcano (Efesto), nacque deforme e particolarmente brutto, tanto che veniva spesso canzonato e deriso; decise allora di porre fine a una vita così penosa gettandosi nel cratere fiammeggiante dell’Etna.
Busiride: Gigante mostruoso, figlio di Poseidone e di Lisianassa, re di Egitto, posto sul trono da Osiride, quando questi parti per la spedizione attorno alla terra. Tiranno crudele, tendeva agguati agli stranieri e li uccideva sacrificandoli a Zeus con la speranza di salvare la sua terra colpita da una lunga siccità.
Fu ucciso per mano di Eracle insieme al figlio e a tutti i sacerdoti per porre fine a tanta ingiusta carneficina.
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Calipso
ninfa, figlia di Oceano e di Teti, accolse Ulisse naufrago nella sua isola di Ogigia e lo amò tanto da offrirgli l’immortalità in cambio del suo amore. Ma l’eroe non si lasciò sedurre ed essa, ricevuto per mezzo di Hermes l’ordine di Zeus, dovette a malincuore lasciarlo partire.
Camene: Ninfe romane delle sorgenti.
Carmente: Dea romana che presiedeva alla gravidanza ed alla maternità.
Caos: la prima divinità che genera molti figli che furono divinità enigmatiche, cieche e capricciose.
Furono figli del Caos il Destino o Fato, divinità ora benigna ora ostile, potentissima e inesorabile, a cui tutte le divinità erano sottomesse e a cui tutti dovevano obbedire; l’Erebo, una specie di abisso senza fondo fatto di tenebre; la Notte, anche essa buia e misteriosa che portava agli uomini buoni consigli e donava il riposo; la testardadiscordia, la triste Vecchiaia. Più tardi nacquero divinità più clementi: la Concordia,L’Amore o Eros, il Giorno e finalmente Urano, cioè il Cielo e Gea, la Terra. Così grazie all’Amore, la Notte e il Giorno, alla Concordia e Discordia, Cielo e Terra incominciò a delinearsi il Cosmo,l’Universo, lasciando così la situazione di Caos per l’ordine.
Cariti: figure mitologiche greche corrispondenti alle Grazie romane.
Centauri: esseri ingenere selvaggi e violenti, ma talvolta anche civilissimi e sapienti, metà uomini e metà cavalli, chiamati Pelio, Tessaglia, Era, Zeus, Nefele, Centauro, Chirone, Achille, Folo, Nesso, Eracle, Piritoo, Ippodamia, Lapiti, Pindo.
I più celebri furono Nesso, che cercò di rapire Ippodamia moglie di Ercole, e Chirone, educatore di molti eroi.
Cerere: Dea romana della fertilità e della terra, per i greci Demetra che normalmente veniva rappresentata con il capo cinto da una corona di spighe era dea triforme: si presentava come una Erinni furiosa per la perdita della figlia Proserpina rapita da Plutone, con l’aspetto di Louisa, benevola per la figlia ritrovata.
Il terzo aspetto era Ecate, dea lunare dei morti, legata alla iniziazione ai Sacri Misteri.
Cerere è figlia di Cronos e Rhea (nata come Cibele), (Madre degli dei) nasce Vesta, Cerere,
Cibele: potente divinità anatolica che ha creato l’universo senza bisogno d’intervento maschile.
Madre di tutti gli Dei e, al tempo stesso, vergine inviolata era la dea della montagna, con marcate caratteristiche oracolari e misteriche.
Conosciuta come Madre o Grande Madre, non aveva bisogno di un nome personale perché era “la dea” per eccellenza, una specie di essere supremo femminile, una dea sovrana, una Terra-Madre.
Circe: figlia di Elio, dio del Sole, abilissima maga, trasformò i compagni di Ulisse, approdati con lui nell’isola di Ea, in porci e poi di nuovo in uomini per conquistarsi l’amore dell’eroe. Rimase con Ulisse un anno ed ebbe da lui due figli: Agrio e Latino.
Concordia: Spiritoromano che incarnava l’armonia della comunità.
Conso: Dio romano legato al mondo sotterraneo ed alla fertilità.
Cronos: il più giovane dei Titani che con un falcetto, uscito dalle viscere di sua madre Gea, castrò il padre Urano che predisse che quel delitto sarebbe stato rifatto dal figlio di Crono. Crono sposò la sorella Rea (Cibele la dea Madre) e, per evitare la realizzazione della profezia, inghiottì i figli appena nati.
Tuttavia la profezia si avverò quando Rea con l’inganno sottrae il figlio Zeus al destino dei suoi fratelli, Demetra, Era, Estia, Ade e Poseidone finiti prigionieri dello stomaco del loro padre.
Crono credeva di aver divorato l’ultimo figlio, mentre Rea gli aveva dato da inghiottire una pietra avvolta nelle fasce. Sarà Zeus cresciuto che porterà a compimento la profezia di Urano, somministrando a Crono un veleno che gli fece vomitare tutti i figli ingoiati.
Nella mitologia romana il dio Crono corrisponde al dio Saturno.
(F1)
Cupido Fanciullo alato armato di arco e freccia che perseguiva l’erotismo, l’amore e la bellezza.
Dafne: ninfa, figlia del dio fluviale Peneo, corteggiata da Apollo, vistasi perduta, implorò suo padre che la trasformò in alloro. Apollo, vista la metamorfosi della ninfa, decretò che, da quel momento, la pianta sarebbe servita per incoronare i poeti, gli imperatori e i più valorosi guerrieri.
Danaidi:
le cinquanta figlie di Danao re d’Argo che, costrette a sposare i loro cugini, nella prima notte di matrimonio uccisero gli sposi e per questo furono poi severamente punite da Zeus; Ipermestra non seguì il piano omicida delle sorelle e Linceo, suo sposo, succedette a Danao e divenne il capostipite di Argo e di Tirinto.
Dea Angerona: dea romana del silenzio che proteggeva i consigli degli uomini per i quali il silenzio e la prudenza sono di grande importanza.
Demetra: figlia di Cronos e di Rhea Cibele, che i romani identificarono con la loro Cerere, era la dea dell’agricoltura, una delle divinità maggiori e più venerate. Demetra, era la dea dei campi e delle messi, in greco appunto significava “la madre Terra”, come tutti i contadini aveva un carattere semplice, di morale ineccepibile, di costumi austeri; veniva venerata come madre benigna e affettuosa.
Aveva una figlia avuta da Zeus, Persefone, per i romani Proserpina.
Demetra veniva raffigurata come una matrona severa e maestosa, ma anche bella ed affabile, con una corona di spighe in testa, una fiaccola in una mano e nell’altra un cesto di frutta. Le erano sacri i papaveri, gli alberi da frutta e le spighe. A Roma il 12 aprile, si celebravano le feste in suo onore dette Cerealia.
Dedalione: padre della bella Ghione, della quale s’invaghirono Apollo ed Hermes; soffrì così tanto per la morte della figlia che volle uccidersi: si gettò allora dall’alto del monte Parnaso, ma fu soccorso da Apollo che lo trasformò in uccello.
Delfo: figlio di Apollo o di Poseidone. Regnò su Delfi che da lui prese il nome allorché Apollo vi giunse per costruirvi il suo tempio e porre il proprio oracolo. Sacerdotessa dell’Oracolo era la Pitia; seduta su un tripode davanti a una spaccatura del terreno donde uscivano strani vapori, la Pitia si inebriava di questi, poi come in sogno, mormorava parole che indicavano il volere degli Dei.
Deucalione: re della Tessaglia, figlio di Prometeo e sposo di Pirra, fu salvato con la moglie da un diluvio che colpì l’umanità intera: così infatti Zeus volle premiare il più giusto degli uomini e la più virtuosa fra le donne. Seguendo poi l’oracolo i due gettarono dietro di loro delle pietre che furono poi mutate dalla Madre Terra in nuovi uomini e donne.
Diana: dea romana delle selve, protettrice degli animali selvatici, custode delle fonti e della caccia per i greci si chiamava Anrtemide ed era la sorella gemella di Apollo.
Aveva molte cose in comune col fratello: le morti improvvise degli uomini erano attribuite ad Apollo, quelle della donne erano attribuite ad Artemide. Come il mito di Apollo si era confuso con quello di Helios, il sole, Artemide era diventata dea della Luna identidicandola dentificato con Selene, che più anticamente era stata la divinità della Luna. Selene, che i romani chiamavano appunto Luna, era figlia del Titano Iperione e di Thea e perciò sorella di Helios: come il fratello, percorreva il cielo sopra un carro; ma il carro di Selene era tirato da mucche bianche.
Diomede Bistone: figlio di Ares e di Cirene, re dei Bistoni in Tracia, dava gli stranieri in pasto ai suoi feroci cavalli; Eracle lo vinse e lo fece divorare dai suoi stessi cavalli.
Dionisio Dio greco della viticultura corrispondente al dio Bacco romano, era un dio molto chiassoso veniva chiamato anche Bacco, che in greco significa “clamore”, da cui deriva la parola italiana baccano.
Dioniso veniva raffigurato in due forme distinte: la più antica lo rappresentava in un aspetto maestoso e grave, con una lunga barba e con lunghi capelli, vestito con una tunica, sormontata da un mantello; la seconda forma invece, lo rappresentava in età giovane, con fattezze quasi femminili e con il volto pensoso, una corona di pampini e di edera circondava i suoi ricci capelli e con una pelle di pantera o di capriolo sui fianchi.
Dioscuri: Gemelli Castore e Polluce figli dalla umana Leda e Giove in forma di cigno. Considerati protettori dei naviganti per aver placato una tempesta quando erano con gli Argonauti.
Dis Pater: divinità romana degli inferi.
Echidna:
figlia di Crisaroe e di Calliroe, con il corpo metà donna e metà serpente, sposò Tifone e generò numerosi mostri tra cui Cerbero, l’Idra di Lerna, il Leone nemeo, la Sfinge e la Chimera
Eco: Ninfa delle Oreadi, abitanti di monti e burroni. Dotata di una brillante parlantina, Zeus si serviva di lei per distrarre la gelosa Era, ad ogni suo nuovo capriccio amoroso. Esistono svariate versioni sul seguito della storia. Una volle che Era, accortasi del raggiro, punì la ninfa impedendole di parlare a meno che non fosse interrogata; rispondendo lei poteva solo proferire le ultime sillabe delle parole che avrebbe voluto esprimere. Quando s’innamorò di Narciso, non riuscì in tal modo a confessargli il suo amore: Narciso, stufo delle sue stranezze, partì per non farsi mai più rivedere. Eco, distrutta dal dolore morì, lasciando sulla terra la sua voce, mentre gli dèi la trasformarono in roccia. Secondo un’altra versione, Eco, per sottrarsi alle insistenze del dio Pan, si fece invisibile, lasciando di sé soltanto la voce, ma alcuni dicono che fu Pan ad ordinare ai pastori la sua uccisione.
Endimone: bellissimo giovane, nipote di Zeus, mancò di rispetto alla dea Hera e fu condannato a un sonno eterno; ma nella grotta del monte Latmio, dove egli dormiva, scendeva ogni sera Selene, cioè la Luna, invaghitasi della straordinaria bellezza del giovane.
Eolo: dio greco dei venti, abitante delle isole Vulcani e chiamate Eolie dal suo nome, aiutò Ulisse a cui offrì, chiusi in otri, i venti contrari alla sua navigazione; i compagni di Ulisse però aprirono gli otri e i venti contrari suscitarono una violenta tempesta che distrusse tutte le navi.
Epimeteo: il cui nome significa: “quello che pensa dopo” che ne sottolinea il carattere impulsivo e sventato era un Titano fratello gemello di Prometeo (il suo nome significa “preveggente”, Pro-me-theus, colui che vede innanzi a sé, cioè nel futuro contribuì, sposando Pandora, ai guai dell’umanità.
Epona: dea romana dei cavalli e dei muli, dispensatrice di fertilità.
Eracle: fu uno degli Eroi greci più importanti e che i Romani chiamarono Ercole.
Egli aveva una doppia natura umana e divina: dopo la morte per volontà degli dei viene, infatti, assunto nell’Olimpo e riceve in sposa Ebe, la dea dell’eterna giovinezza.
* Leggi la storia di Ercole e guarda le immagini che lo ritraggono in arte.
Erebo: Nato da Caos e da Tenebre, era la personificazione dell’oscurità e fratello della Notte. I suoi figli erano Etere e Giorno. Per aver appoggiato i Titani contro Zeus venne gettato nell’inferno che, secondo Servio, è il luogo di raduno delle anime prima di muovere verso l’Eliso.
Erinni: terribile Dee della vendetta, nate dalle gocce di sangue perdute da Urano ferito da Crono. Dall’orrendo aspetto e dallo sguardo acutissimo, cui nessun delitto sfuggiva, erano incaricate di perseguitare i colpevoli di azioni malvagie. Erano tre: Aletto, Tisifone, Megera.; corrispondenti alle Furie romane.
Eros: dio greco dell’amore che i romani identificarono col loro Cupido, era figlio di Afrodite ed Ares, fratello di Anteros, colui che ricambia l’amore.
Era rappresentato come un fanciullo di otto o nove anni, armato di arco e faretra colma di frecce.
Spesso aveva gli occhi bendati, per indicare che l’amore è cieco e non vede i difetti della persona amata.
Il suo potere era grandissimo: chiunque fosse colpito da una sua freccia si innamorava immediatamente.
Per dimostrare che nemmeno le belve potevano sottrarsi alle sue frecce, veniva spesso raffigurato su un carro tirato da leoni. Di solito, dietro le spalle di Eros, spuntavano due piccole ali. Gli erano sacri il gallo e il cigno.
Esculapio: dio romano della medicina, corrisponde al greco Asklepio.
Eumenidi: nome sotto cui venivano onorate le Furie o Erinni. Per volere di Atena, esse avevano cessato di perseguitare Oreste che perciò le chiamò “Eumenidi” che significa ” benefiche “. Tuttavia si pensa che così venissero chiamate per evitare il loro vero nome, portatore di maledizioni e disgrazie.
Europa: la figura di Europa appartiene alla mitologia greca: era la figlia del re fenicio Agenore e sorella di Cadmo, fondatore di Tebe. Zeus si invaghì della sua bellezza e ricorse ad una delle sue metamorfosi per avvicinarla.
Assunse le sembianze di un toro mansueto, così Europa gli si avvicinò incuriosita e cominciò ad accarezzarlo.
A un certo punto le venne voglia di cavalcarlo. Zeus non aspettava altro, e si mise a correre; Europa, spaventata se ne stava aggrappata sulla sua groppa.
Attraversarono il mare, giunsero nell’isola di Creta e Zeus riprese il suo aspetto facendo innamorare anche Europa.
Dalla loro unione nacquero Minosse, leggendario re di Creta e Radamante.
* Leggi la storia del Ratto di Europa e guarda le immagini che lo ritraggono in arte.
Fabulinus:
Divinità minore romana che vigilava sui bambini.
Falacer: Dio arcaico romano legato alla vita dei pastori.
Fauni: Divinità romane che abitavano i monti e le campagne, ove vagavano serenamente suonando la zampogna, cantando, inseguendo le ninfe. Il più celebre era Pan. Avevano il corpo da uomo, zampe e corna di capra e proteggevano i boschi e le campagne. Erano considerati semidei come i Satiri, le Sirene, le Nereidi ecc.
Feronia: dea romana dei boschi, ma anche dei malati e degli schiavi.
Filomela: figlia di Pandione re di Atene, aveva una sorella di nome Progne che era moglie di Tereo re dei Traci. Quest’ultimo si innamorò di Filomela e se ne impossessò con l’inganno; le due sorelle allora si vendicarono dell’oltraggio subito e, uccisogli il figlio, lo offrirono alla sua tavola; Tereo, accortosi della terribile fine del figlio, inseguì le due sorelle che però erano già state trasformate dagli dei in uccelli.
Flora: dea romana che regolava la fioritura dei cereali e delle piante usate nell’alimentazione umana.
Fons o Fontus: signore delle fonti, semidio romano, figlio di del dio Giano e della ninfa Giuturna.
Fortuna: dea romana del caso e del destino, ma in senso positivo.
Furie: Aletto, Megera e Tifone. Dee romane della vendetta corrispondenti alle Greche Erinni.
(F3)
Ganimede:
Figlio minore di Tros re di Troia, era il più bello di tutti i mortali. Era detto «il più bello di tutti i mortali». Innamoratosi di lui, Zeus lo fece rapire da un’aquila e portare nell’Olimpo, dove Ganimede, fatto immortale e giovane in eterno, restò accanto a lui come coppiere. Secondo altre versioni del mito, fu Zeus stesso a trasformarsi in un’aquila e a rapire Ganimede.
Gerione: figlio di Crisaore e di Calliroe, era un uomo fortissimo ed aveva tre corpi; abitava nell’isola Eritea, nell’Oceano, dove possedeva un gran numero di buoi che venivano custoditi da Ortos, un cane mostruoso a due teste. Eracle, approdato nell’isola, uccise Gerione ed Ortos e liberò il gregge.
Giano: una delle divinità romane più antiche, considerato anche il padre di tutti gli dei. Giano presiede a tutti gli inizi e passaggi; soglie materiali e immateriali, come le soglie delle case, le porte, i passaggi coperti e quelle sovrastati da un arco, ma anche l’inizio di una nuova impresa, della vita umana, della vita economica, del tempo storico e di quello mitico, della religione, degli dèi stessi, del mondo, dell’umanità. Giano è rappresentato con due facce, per questo è chiamato Giano bifronte.
Giove: E’ lo Zeus dei Greci, il sommo fra gli dei che, a detta di Omero, faceva tremare l’Olimpo. Sua madre Rèa lo sottrasse alla bestiale avidità del padre Crono (Saturno), che Giove poi detronizzò divenendo a sua volta signore del Cielo e della Terra. Era rappresentato con aspetto maestoso, il torso nudo e le spalle possenti, il fulmine impugnato con la destra, lo scettro e una statuetta della vittoria nella sinistra. Ai suoi piedi posava un’aquila, nell’atto di fissare i grandi occhi del sommo dio. Nella tradizione religiosa latina fu chiamato Ottimo, Massimo, Capitolino e con Giunone (Hera) e Minerva (Athena), formava la Triade Capitolina.
Leggi degli amori di Giove nel Ratto d’Europa, in Danae e Giove, nella storia della sacerdotessa di Hera Io, in Leda ed il cigno e guarda le opere d’arte legate al dio.
Giunone: Dea romana corrispondente alla greca Hera o Era, sorella e moglie di Giove, una delle maggiori divinità dell’Olimpo. Gelosissima dea che presiedeva alla fedeltà coniugale, forse in antitesi alle infedeltà del divino marito, protettrice dei matrimoni e dei parti: il suo epiteto più comune di Giunone Lucina ed era invocato dalle partorienti perché proteggesse i bambini quando nascevano. A Roma fu venerata anche con il nome di Giunone Prònuba, cioè di quella che conduceva la sposa alla casa del marito e con l’appellativo di Giunone Regina, protettrice dello Stato Romano.
Da lei prese il nome il mese di Giugno.
Giuturna : Ninfa romana figlia del mitico re Dauno e sorella di Turno; di lei si innamorò Giove e proprio per sottrarsi a lui Giuturna si gettò nel fiume Numicio. Giove le concesse l’immortalità e la trasformò in una fonte
Ne erano devoti gli operai addetti a lavori idraulici e si invocava nei periodi di siccità. Fu considerata anche moglie del dio Giano e madre di Fons, il dio delle fonti.
Grazie: Le Grazie (in latino Gratiae) erano figure della mitologia romana che corrispondevano alle Cariti greche
legate al culto della natura e della vegetazione; queste fanciulle sanno infondere la gioia della Natura nel cuore degli dèi e dei mortali.
Rappresentate come tre giovani nude, le quali incarnano, nella figurazione classica, la perfezione a cui l’uomo deve tendere, nonché le tre qualità che una donna dovrebbe avere.
I loro nomi sono Aglaia lo splendore, Eufrosine la gioia e Talia la prosperità, nomi fanno riferimento alla Bellezza.
Hefesto:
Dio greco del fuoco, sembra sia nato unicamente da Hera, gelosa del fatto che il marito Zeus aveva dato alla luce da solo Atena.
Zeus, irritato dal suo intromettersi nei litigi fra Zeus e sua madre, lo scaraventò giù dall’Olimpo.
Hefesto rotolando giù fino ad arrivare all’isola di Lemno, finì con l’azzopparsi.
Il dio zoppo, con l’aiuto di un misterioso nano che gli insegnò l’arte di lavorare i metalli, aprì un’officina di fabbro, utilizzando il fuoco del vulcano.
Hermes: O Ermete, è una divinità della mitologia e della religione greca. Il suo ruolo principale è di messaggero degli dei. Figlio di Zeus e della Pleiade Maia, è uno dei dodici dei Olimpi. I suoi simboli sono il gallo e la tartaruga, ma è chiaramente riconoscibile anche per il suo borsellino, i suoi sandali e cappello alati e il bastone da messaggero, il caduceo.
Nella mitologia romana il corrispondente di Ermes è Mercurio, il quale, sebbene sia un dio di derivazione etrusca, possiede molte caratteristiche simili all’Ermes greco, essendo infatti il dio dei commerci.
Hestia: divinità greca dea del focolare, corrispondente alla dea romana Vesta.
Prima figlia di Cronos e Rhea, quindi sorella maggiore di Zeus ed Hera. Il culto di Hestia è uno dei più semplici, non ha quasi leggende; l’unico episodio di questa dea è che corteggiata da Poseidone e da Apollo, ottenne da Zeus di serbare per sempre la sua verginità; in cambio ebbe onori eccezionali come un culto in tutte le dimore degli uomini e nei templi di tutti gli dèi. Hestia era rappresentata come dea della casa e degli affetti, ha appunto un focolare come altare.
Icaro:
figlio di Dedalo, riuscì a fuggire dalla prigione del re Minosse a Creta per mezzo di grandi ali fabbricate dal padre con la cera. Dedalo si salvò mentre il giovane Icaro si avvicinò troppo al sole, le sue ali si liquefecero e cadde repentinamente nel mare.
Idra di Lerna: terribile serpente, figlio di Tifone e di Echidna, che aveva nove teste che rinascevano continuamente quando una di esse veniva tagliata. Eracle lo uccise e nel sangue del mostro intrise le sue frecce che da allora produssero ferite che non si rimarginavano.
Ippolito: figlio di Teseo e di Ippolita, fu amato dalla sua matrigna Fedra la quale, per i suoi continui rifiuti, lo calunniò presso Teseo; quest’ultimo allora maledì il figlio e chiese a Posidone di ucciderlo. Così fu fatto, ma riconosciuta poi la sua innocenza, fu resuscitato da Asclepio.
Lari:
Spiriti degli antenati romani, proteggevano la famiglia.
Liber: dio romano della fecondità, del vino e dei vizi. Le feste a lui dedicate erano chiamate Liberalia.
Luperco: divinità pastorale romana invocata per la fertilità e la protezione delle greggi.
Maia:
dea romana della fertilità presiedeva al risveglio della primavera.
Marte: Dio romano del tuono e della pioggia; in seguito anche dio della guerra.
Medusa: figlia di due divinità marine, Forcide e Ceto era una delle Gorgoni, ma mortale. Abitava con le sorelle Steno e Euriale in una caverna nel giardino delle Esperidi, vicino al regno dei morti.
Per approfondire: Storia di Medusa
Meleagro: figlio di Oeneo re di Calidone e di Altea. Appena nato, le Moire predissero che sarebbe vissuto finché fosse durato il tizzone che ardeva sul fuoco. Partecipò con i fratelli di Altea e con Atalanta alla caccia del feroce cinghiale Calidonio e, innamoratosi della bella cacciatrice, ucciso l’animale, le donò la pelle e le zanne. Si opposero gli zii che furono uccisi dal nipote. Altea, visti i corpi senza vita dei fratelli, ricercò il tizzone, lo gettò nel fuoco e, mentre si consumava, Meleagro moriva.
Mercurio
Dio romano del commercio, degli scambi, ma anche dei ladri; il suo nome deriva da “mercante”; era il corrispondente del dio greco fu Hermes che aveva come padre Zeus e per madre Maia, la primogenita e più bella delle Pleiadi.
Secondo alcuni, Hermes, veniva considerato come la personificazione del vento, e del vento aveva la velocità, la leggerezza, l’incostanza nei propositi e l’umore scherzoso.
Era l’araldo e il messaggero degli dei che riceveva da Zeus e dagli altri abitanti dell’Olimpo le missioni più delicate che svolgeva a suo modo perchè gli dèi avevano molta fiducia nella furberia,nell’abilità e prudenza con cui portava a termine gli incarichi.
Merope: una delle Pleiadi, figlia di Atlante. Sposò un mortale di nome Sisifo mentre le sorelle erano andate in spose ai Titani: per questo motivo, mutata poi in astro, divenne la stella meno luminosa, e sembrò quasi non desiderasse farsi vedere.
Minerva: dea romana della guerra; Inventrice della musica, proteggeva gli artigiani e le attività intellettuali.
Per i Greci era nata dalla testa di Zeus e veniva chiamata Athena.
Bella fra le belle, Athena contese il titolo di “bellissima” con le dee Era ed Afrodite da cui ebbe origine la Guerra di Troia.
Mitra: divinità persiana legata al sole ed agli equinozi.
Moire: tre dee greche figlie della Notte da cui dipendeva il destino degli uomini. Erano tre sorelle:
Cloto teneva il fuso e filava il filo della vita; Lachesi distribuiva a ciascuno la parte di filo che gli spettava, mentre Atropo tagliava il filo al momento stabilito.
Per i Romani erano le Parche
Morfeo: figlio del Sonno e della Notte, rappresentava il sogno della verità e si presentava ai dormienti con forme umane simili a quelle della persona sognata.
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Narciso:
giovane bellissimo, amato dalle ninfe, si innamorò a tal punto della propria immagine riflessa nelle acque limpide di una fonte da uccidersi per l’amore insoddisfatto; gli dei lo trasformarono in un bel fiore che ancora oggi porta il suo nome.
Leggi la storia di Narciso e guarda la sua immagine nell’Arte.
Nereidi: le cinquanta figlie di Nereo, ninfe del mare fra cui Teti e Galatea.
Vivono in fondo al mare e provocano i suoi riflessi multicolori.
Nettuno: Dio romano, prima dio delle acque correnti, poi dio del mare a fianco della moglie Nettunia.
Ninfe: divinità che abitavano nei luoghi ove la Natura era più gentile e più bella. Le Driadi erano le ninfe degli alberi: quando un albero moriva, moriva con lui la ninfa che lo proteggeva; le Naiadi erano le ninfe dei fiumi, dei ruscelli, dei laghi; le Oreadi erano le ninfe dei monti, dei precipizi, delle valli selvagge. Bellissime, le ninfe vivevano in solitudine, ma dovevano spesso sfuggire i fauni che le inseguivano.
Oceanidi:
Ninfe del mare, figlie di Oceano e Teti.
Opi: Dea romana che proteggeva i raccolti deposti nei granai.
Orione: era stato l’amante di Eos (l’Aurora) che ogni giorno arrossisce in ricordo di questo amore.
Pale:
dea romana del bestiame e della pastorizia.
Pan: Dio dei boschi, figlio di Zeus e della ninfa Callisto, aveva una voce spaventosa (da qui timor panico).
Si innamorò della ninfa Siringa che gli sfuggì e si tramutò in una canna.
Pan ne fece uno strumento musicale detto appunto siringa (flauto, zuffolo).
Pandora Bellissima creatura plasmata dagli dei e data in moglie al titano Epimeteo, fratello di Prometeo.
Pandora faceva parte di un progetto di Zeus per distruggere il genere umano. Infatti come regalo di nozze Zeus le donò un vaso che però non avrebbe mai dovuto aprire.
Naturalmente Pandora era curiosa e quando aprì il vaso per dare un’occhiata all’interno, ne uscirono tutti i mali del mondo; nel vaso rimase solo la speranza.
*Leggi la storia di Pandora e guarda come viene ritratta in arte.
Parche: figlie della Notte, erano tre: Cloto, Lachesi ed Atropo. La prima preparava i fili della vita degli uomini; la seconda li dipanava, dando ad ognuno un destino; la terza li tagliava a caso, dando ad ognuno la morte.
Pegaso: secondo la mitologia greca era un cavallo alato, che nacque dalla testa della Medusa quando l’eroe Perseo gliela tagliò. Il cavallo alato commosso dal dolce canto delle Muse e le Pieridi, colpendo con gli zoccoli il terreno fece sgorgare la sorgente delle Muse, diventando l’emblema dell’immaginazione creatrice, del furore poetico e dell’ispirazione.
*Leggi la storia di Pegaso e guarda come viene ritratto in arte.
Penati: spiriti romani protettori della casa e dello Stato.
Persefone: divinità greca che i romani chiamavano Proserpina, era figlia di Zeus e di Demetra.
Protagonista della leggenda del “Ratto” da parte di Hades (Dio dell’Erebo il mondo dei morti) e della conseguente dolorosa ricerca della figlia da parte della dea Demetra. Persefone veniva rappresentata come giovane e bella, col capo incoronato dall’edera e con una fiaccola in mano come sua madre.
L’Erebo è composto dal Tartaro (per i dannati) e dall’Eliso (per i beati).
Pigmalione: figlio di Belo, re di Tiro e fratello di Didone. Fece voto di rimaner celibe per consacrarsi tutto all’arte della scultura, ma innamoratosi di una statua pregò Afrodite di animarla. La dea dell’amore allora si commosse ed esaudì le preghiere di Pigmalione: la figura scolpita si mutò in una bella figura femminile animata che riempì di gioia il cuore dello scultore e divenne, con il nome di Eburnea, sua moglie.
*Leggi la storia di Pigmalione e guarda come viene ritratta in arte.
Pleiadi: mitiche figlie di Atlante e Pleione che Giove trasformò nelle stelle assunte nella nella costellazione del Toro. La costellazione delle Pleiadi è composta da sette stelle: Maia, Elettra, Alcyone, Merope, Asterope, Taigete, Seleno o Celeno.
Pluto: dio greco delle ricchezze, figlio di Demetra e Giasone, accecato da Zeus distribuiva le ricchezze senza vedere e perciò senza guardare ai meriti di ciascuno.
Polifemo:
il più forte di tutti i Ciclopi, abitava in una caverna della Sicilia e si nutriva di carne umana, mangiando tutti gli uomini che passavano dal suo terribile antro.
Ma il terribile ciclope fu sconfitto da Ulisse che con astuzia, aiutato dai suoi compagni, conficcò un lungo legno infuocato nell’unico occhio che Polifemo aveva sulla fronte.
*Leggi la storia di Polifemo e guarda come viene ritratta in arte.
Pomona: dea romana dei frutti dell’olivo e della vite.
Portuno: divinità romana dei Porti e delle Porte; ritratto con le chiavi in mano presiedeva agli attraversamenti.
Poseidone: (Dio degli Oceani) sposo di Anfitrite. Priapo: dio romano della fertilità e del vigore sessuale maschile; il suo culto era legato al mondo agricolo ed alla pastorizia. Fu l’unico figlio del matrimonio fra la bella Venere ed il brutto Vulcano.
Leggi la storia di Vulcano e di Venere.
Prometeo Titano amico degli uomini, per loro rubò il fuoco (la tecnica) agli dei ed insegnò agli uomini l’uso della medicina, l’architettura e la scrittura e venne condannato da Zeus ad essere incatenato per l’eternità da Efesto ad una montagna e dove ogni mattina un’aquila gli mangiava il fegato che ricresceva poi la notte.
Gli uomini per i doni di Prometeo si credettero pari agli dei e cominciarono a guerreggiare tra loro e Zeus punì anche loro con il Diluvio Universale, dal quale si salvarono soltanto Deucalione e Pirra, che buttandosi alle spalle le pietre, queste divennero esseri umani e ripopolarono la terra.
Leggi la storia di Prometeo.
Proserpina: dea romana degli Inferi, presidiava all’alternarsi delle stagioni.
Robigus:
divinità romana che proteggeva il frumento dalla “Ruggine” una malattia che colpiva e colpisce ancora i raccolti di grano.
Rumina: dea romana protettrice delle donne che allattavano.
Saturno:
dio romano dell’agricoltura che dispensava fecondità ed abbondanza di raccolti.
Sèmele: era la bellissima figlia di Cadmo, re di Tebe, amata da Zeus e madre di Dionisio
Silvano : divinità romana della natura selvaggia; il suo culto era riservato agli uomini.
Sini: figlio degenere di Posidone, dotato di una forza straordinaria, si divertiva ad appendere i corpi degli uomini che aveva sconfitto alle punte di due alberi che con la forza aveva avvicinato; quando poi gli alberi si rialzavano, le vittime morivano squartate. Fu ucciso per mano di Teseo.
Sirene: esseri favolosi con il busto di donna ed il corpo di pesce, abitavano sulle coste della Sicilia ed attiravano con il loro magico canto i viaggiatori che passavano per quei luoghi; l’astuto Ulisse si turò con la cera le orecchie e poté così abilmente sfuggire al loro inganno.
La storia delle Sirene.
Sisifo: nella mitologia greca appare come uno degli uomini più scaltri e cattivi: egli infatti, per aver svelato ad Asopo che era stato Zeus a rapirgli la figlia, fu punito con la morte ma riuscì ad incatenarla; allora Ade si lamentò con Zeus poiché il suo regno era sempre più vuoto e Zeus mandò Ares a liberare la morte e punì Sisifo con una terribile pena.
Sol invictus: festa che si celebrava il 25 dicembre; culto di origine orientale festeggiava tre divinità Eliogabalo, Mitra e Sol.
Tanato:
figlio della Notte e dell’Erebo, era la personificazione della morte ma non incuteva terrore, poiché rappresentava la morte naturale, serena; spesso veniva rappresentato da un genio alato o anche da un fanciullo dormiente.
Tantalo: re della Lidia e padre di Pelope e di Niobe, volle sottrarre al banchetto degli Dei il nettare e l’ambrosia per portarli agli uomini; altri dicono che volle offrire in pasto agli Dei le membra del figlio Pelope per provare la loro divinità. Per l’uno o l’altro motivo fu condannato ad una dura pena: gettato nell’inferno e immerso nell’acqua fino al mento, quando assetato si chinava per bere, l’acqua improvvisamente sfuggiva dalle sue aride labbra.
Tartaro: la parte più tenebrosa dell’Inferno dove erano mandati quanti avevano vissuto contro le leggi degli Dei e della pietà; erano tormentati dalle Erinni e da altri geni infernali.
Temi: figlia di Urano e di Gea, prima moglie di Zeus.
Teti: dea marina moglie del re di Ftia, Peleo e madre dell’eroe Achille.
Tiberino: Divinità della natura legato al fiume Tevere.
Tifeo: mostro primordiale generato da Gea e che fu imprigionato sotto il vulcano Etna da Zeus.
Titani Nacquero dalla unione di Urano (Cielo) e Gea (Terra). Furono Titani: Oceano, Giapeto, Iperione, Atlante, Prometeo e Crono che spodestò e mutilò il padre Urano.
Dal sangue di Urano nascono le Erinni (dee della vendetta).
Tritoni: divinità marine metà uomini e metà pesci; facevano parte del corteo del dio Poseidone.
Urano:
Dio primigenio nato da Gea (la Terra) ed Eros (Amore). Rappresentato come la volta stellata, fu il primo re dell’Universo. Unitosi a Gea, sua madre, generò i Titani ed i Ciclopi.
Padre prepotente, venne spodestato dal figlio, il titano Crono che lo mutilò dei genitali.
Si dice che Gea, fecondata dal sangue di Urano, generò le Erinni, le Ninfe e i Giganti, mentre il membro virile, cadendo in mare, generò la bella Afrodite (nata dalla schiuma).
Vaticano: dio romano che assisteva i neonati aprendogli la bocca per permettere loro di emettere il primo vagito.
Venere: Dea romana legata all’amore, alla bellezza ed alla fertilità, corrispondente alla dea greca Afrodite.
La pianta del mirto è sacra a Venere, la quale se ne coprì quando, nata dal mare, approdò sull’isola di Citera. Esso è simbolo di fecondità e gli sposi erano soliti portarne corone sul capo (myrtus coniugalis).
Vertumno: Divinità di origine Etrusca che presiedeva all’avvicendarsi delle stagioni.
Vesta: dea romana sorella di Giove, era la dea del focolare, le sue sacerdotesse erano dette Vestali. La dea greca che corrispondeva a Vesta si chiamava Hestia.
Vestali: Sacerdotesse della dea Vesta in Roma: erano scelte tra le fanciulle di famiglie nobili ed erano destinata a tenere acceso il fuoco sacro nel Tempio di Vesta. Durante il loro sacerdozio dovevano vivere castamente e per questo erano rispettate e onorate.
Victoria: nella mitologia romana è la dea che personifica la vittoria in battaglia ed era associata a Bellona. Identificata con la greca Nike, era raffigurata come una giovane donna alata.
A Roma aveva un tempio sul Palatino. Il culto di Victoria crebbe verso la fine della Repubblica, e la Victoria Augusti fu sotto l’impero la costante divinità titolare degli imperatori.
Volturno: Dio romano, omonimo del fiume campano, a Roma era patrono del vento caldo di sud-est, il moderno scirocco. La sua festività, denominata Volturnalia, si celebrava il 27 agosto. Secondo lo scrittore cristiano Arnobio il Vecchio, Volturno era ritenuto il padre della ninfa Giuturna.
Vulcano: dio romano del fuoco terrestre, protettore dei lavoratori dei metalli, dio distruttore e rigeneratore corrispondente al greco Hefesto a cui andò sposa Venere da cui ebbe il figlio Priapo, prima che lei lo tradisse con Ares.
Leggi la storia di Vulcano – Hefesto.
Grande albero genealogico delle Divinità greche
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