Cos'é il Vedutismo?
Il
vedutismo è un genere pittorico che ha per soggetto vedute prospettiche di città o paesaggi.
Questo Stile, avviato da
Gaspar Vanvitelli (1653-1736)venne accolto e perfezionato dal Canaletto e dai suoi contemporanei.
In Europa ci sono molte splendide città, ma solo Venezia ha ispirato una scuola di pittori che hanno dipinto la città, pietra per pietra, canale dopo canale, catturando vedute che sono riconoscibili ancora oggi.
Il genere del vedutismo ha avuto il suo acme a Venezia nel XVIII secolo con
Giovanni Antonio Canal (1697-1768), detto il Canaletto.
Le origini del Vedutismo Veneziano: il '500
Le origini del vedutismo veneziano affondano nella tradizione pittorica che già alla fine del Quattrocento aveva portato ai grandiosi dipinti di
Gentile Bellini (1429-1507) e di
Vittore Carpaccio (1465-1525), dove la città pur svolgendo il ruolo di fondale scenografico dei celebrati eventi, viene resa con una esattezza che conferisce a quelle grandi tele il ruolo di documenti dello splendore delle costruzioni architettoniche della città.
In genere nel Cinquecento i Pittori inserivano il profilo degli edifici che caratterizzavano Venezia: Granai di Terranova, il Palazzo Ducale, il Campanile e la Basilica di San Marco come fondale a soggetti vari.
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Le origini del Vedutismo Veneziano: il '600
Verso la metà del Seicento l'interesse per la produzione di vedute, propriamente dette, cominciò a svilupparsi a Venezia sulla scia di quanto era avvenuto nei paesi nordici: non a caso fu un tedesco trapiantato a Venezia,
Joseph Heintz il Giovane (1600-1678) l'anticipatore del Vedutismo Veneziano.
Nelle opere di questo pittore, autore anche di tele religiose, si trova la puntuale e coloratissima descrizione della realtà urbana, dalle scene di festa, agli avvenimenti pubblici, fino alle numerose situazioni popolari.
Il Vedutismo Veneziano del '700
Luca Carlevarijs, il continuatore dello stile di Heintz, diede il via alla gloriosa stagione del
vedutismo veneziano settecentesco.
Veneziano d'adozione, Carlevarijs, che fu anche maestro del Canaletto, rappresentò la città fedelmente, non utilizzando solo sue conoscenze matematiche nel campo della prospettiva e dell’architettura, ma di mezzi meccanici come la
camera ottica.
Il vedutismo si sviluppò soprattutto a Venezia per le suggestive innumerevoli vedute, cosa che favorirono lo sviluppo di una vera e propria
Scuola Veneziana.
I generi pittorici paralleli al vedutismo sono la pittura del paesaggio, il capriccio (un'elaborazione fantastica tra paesaggio, ruderi e la inserimento e sostituzioni di parti del paesaggio) e la veduta di rovine (che si sviluppò principalmente a Roma).
La Camera Ottica
Nel Settecento vengono abbandonate le finzioni ottiche e i trucchi scenografici tipici del
Barocco in favore della rappresentazione il più possibile realistica come veniva chiesto dall'Illuminismo.
La camera ottica, già nota nei secoli precedenti e perfezionato nel 1500 con l’introduzione di una serie di specchi e lenti, fu uno strumento fondamentale durante il periodo del Vedutismo.
Con la camera ottica l'immagine del paesaggio era proiettata su un foglio o direttamente su una tela e quindi ricalcata dagli artisti.
Il risultato dell'uso della camera ottica faceva in modo che i quadri così ottenuti fossero molto più precisi facendo quasi assomigliare il quadro con vedute fedelissime di canali, chiese, campi e monumenti veneziani ad una foto.
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I maggiori Vedutisti
Tra i maggiori Vedutisti della Scuola Veneziana ricordiamo:
Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto che utilizzò la camera ottica per riprodurre le prospettive curando la precisione delle reali architetture dello scorcio;
Francesco Guardi che con lievità di tocco rese incantate le atmosfere lagunari cercando d'essere fedele all'ambiente generale;
Bernardo Bellotto, nipote di Canaletto che lavorò principalmente all'estero diventando famose per le sue vedute di Dresda, Varsavia, Vienna e Monaco.
Buon vedutista fu anche
Michele Marieschi che, accanto alle belle vedute di Venezia, compose interessanti "capricci".
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