Cos'é il Simbolismo?
Il
Simbolismo è una corrente artistica che si affermò in Francia a partire dal 1885 circa, come reazione al
Realismo e all’
Impressionismo.
Nel 1886, il letterato Jean Moréas pubblica in una pagina di “Le Figaro” il manifesto della
poesia simbolista, indirizzato anche alla
pittura ed alle
altre forme d'arte.
L’arte, in questo movimento, era concepita come espressione concreta e analogica dell
’Idea, momento di incontro e di fusione di elementi della percezione sensoriale e elementi spirituali.
La pittura che ne derivava era estremamente raffinata, ricca di simbologie mitologiche - religiose, e si proponeva di esplorare quelle
suggestive regioni della coscienza umana all’affascinante confine tra realtà e sogno che fino ad allora erano rimaste sempre escluse da
qualsiasi indagine artistica.
Precursori del Simbolismo
I precorritori di questo movimento furono i pittori
Gustave Moreau (1826-1898) e
Pierre Puvis de Chavannes (1824-1898).
Il termine
Simbolista venne da critici e dagli artisti stessi che volevano distingueresi dagli
Impressionisti, non solo nello stile pittorico, ma nel contenuto e nei temi delle loro opere.
Provenienti dall'
esperienza Impressionista, Moreau e De Chavannes, inserirono nei loro dipinti elementi e temi che diventeranno caratteristici della
pittura simbolista, in particolare, il ricorso alla
mitologia e alle
storie bibliche, descritte come visioni di un sogno in cui le immagini e i contenuti hanno un aspetto o possono essere interpretati come simboli.
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Il Simbolo e la psicanalisi
Il
simbolo è qualcosa "che sta in luogo di", come, per esempio, la bilancia simboleggia la giustizia e si differenzia dall’
allegoria in quanto quest’ultima è confinata nell’ambito delle espressioni letterarie, poetiche e logiche.
Il simbolismo è una delle componenti fondamentali dell’animo umano che spesso traduce solo in immagini concetti e emozioni che con le parole necessitano di complesse elaborazioni.
Il
simbolo, pertanto, ha una sintesi che riesce a racchiudere, nella sua forma, contenuti anche complessi, per lo più universali o mitici, come sostiene la scienza che nasce in quel periodo:
La Psicanalisi.
Principali Pittori simbolisti
Il principale pittore simbolista è
Odilon Redon (1840-1916).
Benché frequentatore ed amico degli impressionisti, egli rifiutò decisamente l’uso di questo stile, soprattutto perché non era interessato a rappresentare la realtà così come essa appare.
Nella sua pittura la natura è soprattutto
sogno, per questo egli ne coglie, e raffigura, gli aspetti più sfuggenti, anormali e inspiegabili.
Altro pittore emblema del simbolismo è
Emile Bernard che fece parte del gruppo di
Pont-Aven e produsse quadri capaci di far trionfare il simbolismo che si nutriva anche di musica e di poesia, influenzando e lasciandosi influenzare dalle opere di
Richard Wagner, dalle poesie di
Charles Baudelaire e dalla penna di
Edgar Allan Poe e
Gustave Flaubert.
La scuola di Pont - Aven (1886 - 1894)
Un gruppo di pittori si riunirono intorno a
Paul Gauguin, in Bretagna, a Pont-Aven.
I principi fondamentali della loro pittura erano, oltre al rifiuto della copia dal vero, l’esaltazione della
memoria e dell
’immaginazione.
Questi pittori simbolisti volevano fissare sulla tela una nuova dimensione della realtà, più intima, effettuando una specie di doppia fuga verso il passato, nei ricordi, e verso l’esotico nella fantasia.
La loro tecnica stilistica divenne il "
cloissonisme" il
sintetismo: la loro pittura consisteva nella stesura di zone piatte di colore, delimitate da contorni scuri, come erano realizzate le vetrate gotiche.
I Nabis (1891 e il 1900)
Nabis è un termine ebraico che significa "profeti".
Con questo nome si definiva un movimento della
seconda generazione simbolista.
Anch'essi suggestionati dalla pittura di
Gauguin, che conobbero nel 1888, i Nabis si dedicarono con grande attenzione alle arti applicate (francobolli, carte da gioco, marionette, manifesti, paraventi, carte da parati, decorazioni murali), in cui facevano ampio uso di
simboli storici e
mitologici, caricandoli di notevole sintesi espressiva.
I punti centrali della loro estetica sono il colore intenso e allusivo, l'arabesco, la sensibilità decorativa, l’atmosfera tra sensualità e misticismo.
La loro opera contribuisce notevolmente alla nascita dell’estetica liberty.
Paesi dei Simbolisti
Il simbolismo non interessò solo la
Francia ma conobbe una ampia diffusione in tutta
Europa.
In
Svizzera può considerarsi simbolista l’opera pittorica di
Arnold Böcklin (1827-1901) che colloca la sua pittura negli spazi tra realtà e sogno, senza cadere nel clima di morboso decadentismo dei colleghi francesi.
Del pittore è la famosa "Isola dei Morti" dipinta in cinque versioni dal 1880 al 1886 e l'"Isola dei Vivi" (Lebensinsel) del 1888 che mostra una piccola isola con tutti i simboli della gioia e della vita.
Simbolista è anche il contenuto della pittura di
Gustav Klimt (1862-1918), il maggiore esponente della
Secessione viennese, la cui pittura, stilisticamente molto originale, si basa sempre su soggetti di tipo simbolico, fino al risultato massimo di "Le tre età della vita".
Anche in Inghilterra il simbolismo ebbe successo, specialmente con il giovane pittore
Dante Gabriele Rossetti, ed in Belgio con
Jean Delville.
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Il Simbolismo di Paul Gauguin
La massima espressività del simbolismo si raggiunge con le opere di
Gauguin, anche se il pittore non può essere definito Simbolista perchè il suo stile nasce da altre pulsioni e altre necessità, come il sogno del paradiso perduto che personalmente lega all'arte primitiva, allo studio dei colori ed alla loro resa.
Gauguin non si interessò, né intervenne, nel dibattito estetico, che si sviluppò intensamente attraverso le più importanti riviste francesi e negli scritti di filosofi e letterati, ma ebbe un duro scontro col pittore
Emile Bernard che lo accusò di essersi impossessato della parte tecnica messa a punto dai
simbolisti di Pont- Aven.
Il Simbolismo in Italia
Il simbolismo interessò anche l’
Italia, dove fu studiato soprattutto dai
PittoriDivisionisti.
I pittori francesi, pur avendo dato i natali al
movimento simbolista codificandone i principi attraverso un Manifesto nel 1886, procedettero nel solco dell’impressionismo, continuando a dipingere paesaggi e vedute naturaliste.
I pittori italiani invece se ne staccarono interpretando la nuova corrente di pensiero come rifugio nella dimensione del sogno, dell’emozione e dell’intuizione dove si nascondevano gli aspetti più profondi dell’esistenza.
Il Simbolismo fu una stagione breve dell’arte italiana che durò appena sedici anni, a cavallo di due secoli, tra l’esposizione milanese del 1891 e la Biennale veneziana del 1907 che ne segnò il punto più alto e la conclusione.
I Simbolisti Italiani
I Pittori italiani che applicarono la filosofia del simbolismo furono soprattutto i
Divisionisti, primi fra tutti
Giovanni Segantini (1858-1899) e
Gaetano Previati (1852-1920), il primo maggiormente legato alla realtà, il secondo all'aspetto del sogno.
Fra gli altri pittori del tempo si fecero maggiormente notare Angelo Morbelli,
Giuseppe Pelizza da Volpedo (1868-1907), Giulio Aristide Sartorio, Vittore Grubicy de Dragon e Adolfo de Carolis.
Il tema preferito dei simbolisti italiani fu la donna che, idealizzata nel suo ruolo di madre, personifica il mistero della vita, della vecchiaia, dell'amore e della morte, gli altri temi esplorati dai Simbolisti.
Le opere di questi pittori cambiarono il corso della pittura nazionale, facendola entrare nella modernità.
Breve lista di altri artisti SIMBOLISMO
Denis, Maurice
Musante, Francesco
Schwabe, Carlos
Rosso, Medardo
Klimt, Gustave
Duncan, John
Moreau, Gustave
Blume, Peter
Abate, Alberto
Delville, Jean
Ensor, James
Puvis De Chavannes, Pierre
(puoi trovare la pagina dal box "cerca")
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