Cos'é la Pittura Analitica
Nasce verso la fine degli anni Sessanta e fu identificata anche con questi altri nomi: Pittura Pittura, Nuova Pittura, Fundamental Painting o Pura Pittura.
La pittura analitica esprime una
voglia di ripartire da zero, usando in forma pura e portata alla massima semplicità una superficie e dei colori, con i quali
l'artista dipinge per dipingere e nulla di più.
La Pittura Analitica può essere definita come "movimento-non movimento" a cui hanno preso parte, in maniera più o meno consapevole, una quarantina di artisti da tutta Italia (in particolare da Milano, Genova, Roma) che talvolta vi hanno aderito per fare un breve percorso, pronti ad abbandonare non appena sorgevano problemi.
Pertanto vi hanno aderito in diversi momenti: Luciano Bartolini, Carlo Battaglia, Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Giorgio Griffa, Marco Gastini, Paolo Masi, Claudio Olivieri, Claudio Verna, Elio Marchegiani, Vittorio Matino, Carmengloria Morales, Pino Pinelli, Riccardo Guarnieri, Gianfranco Zappettini e i precursori Rodolfo Aricò e Mario Nigro.
Tutti artisti che non sempre hanno accettato di buon grado di essere riuniti sotto un'etichetta e che non si sono mai costituiti in un gruppo vero e proprio tanto da non sentirsi, come affermava Griffa nel 1980, «cavalli da scuderia, ma cani sciolti».
Quello che li accomunava era, semmai, un comune sentire, la volontà di reagire ai dettami sostenuti dall'
Arte concettuale che, proponendo il definitivo abbandono di ogni finzione rappresentativa, considerava il mezzo della pittura come assolutamente superato.
Una reazione che partiva, non a caso, proprio dalla pittura a cui questi artisti si avvicinavano, come spiegava Claudio Verna nel lontano 1973, liberandola «dai suoi attributi tradizionali che sono i significati simbolici, autobiografici, letterari e metaforici», giungendo così ad applicare alla pittura quella stessa analiticità che gli artisti concettuali utilizzavano nell'indagare, da un punto di vista estetico, altri aspetti del reale.
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La pittura analitica in sintesi
La pittura analitica, dunque, si propose di condurre un'analisi delle componenti materiali della pittura (tela, cornice, materia, colore e segno) e del rapporto materiale che intercorre fra l'opera come oggetto fisico e il suo autore.
La pittura diventò quindi oggetto di indagine di sé stessa e perse la referenzialità che la legava alla realtà (nella pittura figurativa), all'espressività (nella pittura astratta) e al significato sotteso (nell'arte concettuale)
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