Neoimpressionismo
Cos'è il Neoimpressionismo?
Il Neoimpressionismo è un movimento che deriva dall'
Impressionismo, movimento a cui, quelli che si fecero chiamare
Neoimpressionisti (Nuovi Impressionisti), appartenevano.
L'impressionismo aveva messo al centro della creazione artistica l'osservazione diretta della realtà così come si presentava ai sensi.
Nel momento, in cui i suoi principali interpreti,
Renoir,
Monet,
Degas e
Pissarro,
si erano ormai affermati, il giovane pittore parigino
George Seurat
(1859-1891) sviluppò in maniera radicale alcune delle intuizioni proprie degli impressionisti.
Sperimentazione dei Neoimpressionisti
La tecnica inventata dall'impressionista
Seurat, e poi applicata e sviluppata in diverse direzioni dagli altri Neoimpressionisti, si basava sulla capacità che ha l'occhio umano di percepire gli stimoli luminosi di colore diverso come un solo colore (mescolanza additiva).
Ispirandosi alle sperimentazioni pittoriche realizzate da Delacroix e dagli Impressionisti, Seurat sostituì le mescolanze di pigmenti sulla tela con le mescolanze ottiche.
Nella tradizione pittorica, per esempio, per ottenere il viola si mescolavano sulla tavolozza, prima di stenderli sulla tela, un pigmento blu ed uno rosso.
Seurat, invece, per ottenere una colorazione viola sulla tela, accostava una miriade di punti blu e rossi che, visti a distanza, davano un'impressione di un viola molto più luminoso di quello ottenuto attraverso la mescolanze di rosso e di blu sulla tavolozza.
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La base scientifica del Puntinismo
Da studente Seurat lesse la "Loi du contraste simultané des couleurs" (Legge del contrasto simultaneo dei colori), un saggio del chimico Michel Eugène Chevreul (1786-1889), pubblicato nel 1839. già conosciuto e studiato da
Eugene Delacroix.
Il libro aprì un intero orizzonte di studio sulla funzione del colore nella pittura cui il giovane pittore dedicherà il resto della vita.
Chevreul sosteneva che "mettere il colore sulla tela non significa soltanto colorare con quel colore una determinata parte di tela, ma significa anche colorare con il suo colore complementare la zona circostante".
La tecnica di Seurat
Partendo dalle teorie del chimico, Seurat mise a punto la sua tecnica pittorica nell'intento di dare vita a un modo di dipingere che tenesse conto, in maniera rigorosamente scientifica, dei fenomeni luminosi e del modo in cui i nostri occhi percepiscono i colori e la luce.
La tecnica viene via via perfezionata con gli accostamenti dei colori puri a colori impastati.
E' solo con "Une dimanche après-midi à l’à®le de la Grande-Jatte", realizzato tra il 1884 e il 1886, di grandi dimensioni, che Seurat raggiunge i suoi obiettivi alternando gli studi all’aperto a lunghe sedute in atelier per escludere qualsiasi elemento di improvvisazione.
Applicazioni del Neoimpressionismo
Nel 1884 Seurat espone «Une Baignade à Asnières» al I Salon della Société des Artistes Indépendante, che colpisce molto
Paul Signac ed altri giovani pittori che accolgono il pensiero del pittore che desidera realizzare una pittura su basi scientifiche, studiando a fondo i risultati delle ricerche del chimico francese Eugène Chevreul e del fisico americano Ogden Rood (1831-1902), autore di una famosa "Teoria scientifica dei colori".
Secondo la "Legge dei Contrasti Simultanei" (Chevreul) accostando diversi colori in un dipinto, l'occhio umano avrà percezione che questi si influenzino fra di loro e lo spazio circostante.
Per esempio: un giallo su uno sfondo grigio apparirà come giallo puro, se osservato su uno sfondo rosso sarà percepito con una leggera sfumatura verde, in questo caso la presenza del rosso influenza la nostra percezione del giallo.
Henri-Edmond Cross approdò al Neo-Impressionismo per la sua preferenza per il realismo, interpretando gli stilemi con maggiore libertà ed autonomia.
Il termine Neoimpressionismo
Il termine viene usato per la prima volta dal critico Felix Fénéon nel recensire "Une dimanche après-midi à l’à®le de la Grande-Jatte» di
George Seurat, presentato al secondo Salon des Indépendants nel settembre del 1886, anche se i pittori si riferivano al nuovo stile pittorico come «cromo luminarismo», perchè la pittura dei neoimpressionisti voleva mettere in evidenza i due fondamentali elementi della percezione: luce e colore.
In seguito il termine entrò nell'uso comune, anche perchè richiamava, come era giusto, la provenienza del nuovo stile che continuava a mantenere validi i principi dell'Impressionismo, ai quali voleva solo aggiungere una base scientifica.
I Primi Passi del Neoimpressionismo
Paul Signac, entusiasta propagatore delle idee del nuovo gruppo, persuase
Camille Pissarro dell’esattezza del metodo dell’amico.
Il pittore impressionista, aperto ad ogni innovazione, vi aderì entusiasticamente, seguito dal figlio
Lucien, da
Cavallo-Peduzzi, Dubois-Pillet,
Gausson e, più tardi, da
Hayet,
Angrand, Theo van Rysselsberghe Dubois-Pillet e Luce.
I lavori del gruppo vennero accolti alla ottava ed ultima mostra della Société Impressionista, alla Maison Dorée.
In una saletta a parte, accanto ai paesaggi dei due Pissarro ed alle marine di Signac trovò posto la "Grande-Jatte" prima di essere esposta al Secondo Salon degli Indépendants.
L'evoluzione del Neoimpressionismo
I Neoimpressionisti dedicavano una grande attenzione anche agli elementi secondari del quadro, come la preparazione dei supporti con gesso liquido e talvolta con encausto e dei materiali pigmentanti.
L'aspirazione alla perfetta unità stilistica comprendeva anche la cornice, che, a partire dal 1889, Seurat decora con i colori complementari a quelli prevalenti nel quadro, ed accompagna con una bordura, anch’essa dipinta, per meglio favorire il graduale contatto con l’ambiente esterno
Seurat trovò poi, nelle teorie di Charles Henry, sul ritmo e l’espressione psicologica della linea, la risposta per tentare di legare, in una soluzione equilibrata e armonica, il colore e gli elementi lineari del quadro, ma la morte prematura, nel 1891, interruppe bruscamente i suoi esperimenti.
Toccò all'amico
Paul Signac a continuare la sperimentazione Neo-Impressionista, diventando il più importante promotore della nuova tendenza artistica, continuando fino al 1895, a diffondere le scoperte scientifiche dell'amico morto, attraverso quadri e scritti teorici.
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L'influenza del Neoimpressionismo
Il complesso sistema di studi teorici e di progressi artistici dai due pittori francesi Seurat e Signac, furono seguiti ed applicati da
Camille Pissarro e
Henri-Edmond Cross, proseguendo il lavoro del movimento conosciuto anche come "Pointillisme" Puntinismo.
Il Neo-Impressionismo non fu un fenomeno circoscritto ad un piccolo gruppo di autori, ma come una diffusa reazione all’Impressionismo, che venne abbracciato per periodi più o meno lunghi, da pittori come
Van Gogh,
Cézanne,
Rousseau il Doganiere,
Toulouse-Lautrec,
Gauguin ed il
gruppo dei Nabis.
Naturalmente ognuno di questi pittori applica le esperienze ed i canoni del Neoimpressionismo in maniera più o meno scientifico, arricchendo il movimento di nuove interpretazioni e punti di vista.
Ad esempio,
Van Gogh, improntò le sue opere del periodo alla lezione neo-impressionista, nella "costruzione" cromatica e nel rigore della composizione, affiancandole però a particolari derivati della suggestiva pittura giapponese.
Risultati del Neoimpressionismo
Il movimento Neoimpressionista annulla alcune delle basi dell'Impressionismo, come il progressivo allontanamento dalla pittura "dal v
ero", la semplificazione dei soggetti e l’utilizzo dell’elemento cromatico in chiave simbolica, non più volto a tradurre le vibrazioni emozionali, ma a conferire all’opera una solennità spirituale.
La caratteristica immediatezza, tipica del periodo impressionista, lascia il posto ad un serio studio tecnico che alternava gli appunti presi all’aria aperta dai pittori con delle lunghe sedute in atelier.
In Italia le ricerche di Seurat verranno assorbite da una particolarissima ricerca artistica:
il Divisionismo.
Questa corrente non fu la fotocopia italiana del Puntinismo francese, ma si sviluppò sul testo di Previati, teorico del gruppo, che nel 1906 nel testo "Principi scientifici del divisionismo".
La stesura dei colori veniva resa attraverso impercettibili filamenti di luce-colore, ma quello che distinguerà il
carattere del Divisionismo dalle ricerche francesi sarà la natura dei temi trattati.
Le opere italiane avranno infatti uno sfondo sociale, faranno riferimento ad un impegno politico che metterà una profonda distanza con i soggetti delle opere degli artisti francesi.
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