L'arte relazionale o estetica relazionale è una corrente artistica scoperta dal critico d'arte francese Nicolas Bourriaud.
E' stata da lui definita nel 1996 come "un insieme di pratiche artistiche si fondano dal punto di vista teorico e pratico sull'insieme delle relazioni umane e del loro contesto sociale, oltre ad essere uno spazio indipendente e privato".
Per la prima volta è lo stesso Bourriaud a parlare nel suo libro Esthétique Relationsnelle di arte relazionale nel 1998.
L'artista di arte relazionale viene considerato al centro dell'opera stessa oppure come elemento catalizzatore.
Il critico d'arte contemporaneo Nicolas Bourriaud (Niort, 13 aprile 1965) cerca di allontanarsi dall'arte degli anni sessanta offrendo nuovi criteri per analizzare le opere artistiche degli anni novanta.
Utilizza un nuovo linguaggio e una nuova terminologia, molto più semplice e accessibile a tutti, proprio negli anni in cui Internet inizia ad avere un grande successo.
In un suo testo del 2002 Bourriaud vede le opere d'arte mutevoli proprio come è mutevole lo spazio della mente aperto dal mondo del web che non è più indipendente e privato, ma è inserito in un contesto sociale e relazionale.
Le opere di arte relazionale sono così chiamate perché in fondo altro non sono che diversi modi di vedere la realtà, diversi modelli di azione contestualizzati ed inseriti in una realtà esistente, non immagini utopiche o irreali.
Nell'arte relazionale, colui che osserva un'opera fa parte di una comunità, da qui l'opera stessa crea un punto di incontro fra il pubblico e un oggetto producendo incontri tra persone.
Proprio grazie a questi incontri il significato di un'opera è dato da una elaborazione di gruppo non in modo individuale.
Bourriaud ha riconosciuto un numero crescente di artisti contemporanei che hanno utilizzato tecniche performative ed interattive che si basano sulle risposte degli altri così che l'osservatore casuale diventa un partecipante, dal pedone, all'acquirente, al browser.
Gli artisti diventano "facilitatori" anziché creatori, offrendo al pubblico l'accesso al potere e ai mezzi per cambiare il mondo.
Un esempio di questo è "Frenchising the Mona Lisa" in cui l'artista Amir Baradaran ha invitato i patroni del Museo del Louvre a Parigi a fare un esperimento con la Gioconda, immaginandola drappeggiata in una bandiera francese nello stile di un hijab (l'artista ha utilizzato l'applicazione di Realtà Aumentata).
In questo modo ha voluto dimostrare che anche la Gioconda indossa un velo, e quello è socialmente approvato, in riferimento polemico alla legge emanata in Francia che ha reso illegale per le donne indossare un copricapo che nasconde il viso in pubblico.
Gli artisti relazionali tentano di produrre nuove relazioni umane attraverso esperienze collettive.
Queste pratiche hanno le loro radici nei precedenti movimenti artistici, vale a dire Dada, Arte concettuale, Fluxus e "Happenings" di Allan Kaprow.
Henry Bond, Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Dominique Gonzalez-Foerster, Liam Gillick, Christine Hill, Carsten Höller, Pierre Huyghe, Miltos Manetas, Jorge Pardo, Philippe Parreno e Rirkrit Tiravanija sono tra i più noti esponenti di arte relazionale.
Questa forma d'arte contemporanea prende forma verso la metà degli anni Novanta.
L'osservatore diventa parte integrante dell'opera ed elemento fondamentale della sua composizione.
L'arte relazionale non considera l'artista come realizzatore di un'opera d'arte puramente estetica, ma egli stesso viene visto come uomo capace di creare grazie alla sua capacità di saper trasformare e mettere al centro tutto il processo di creazione, non il risultato finale.
In questo modo il processo artistico è momento di relazione, di confronto con altri soggetti che evolvono proprio grazie all'incontro, alla relazione.
In Italia l'artista Maria Lai nel 1981 crea una performance, "Legarsi alla montagna", che diventa il primo esempio italiano di arte relazionale.
Sul finire degli anni ottanta si distinguono per le loro azioni, gli autori: Salvatore Falci, Stefano Fontana, Pino Modica e Cesare Pietroiusti, capisaldi oggi dell'arte contemporanea italiana.
Massimo Silvano Galli e Michele Stasi verso la fine degli anni novanta fondano l'agenzia "Oficina-Making Reality", luogo di discussioni, riflessioni e opere d'arte relazionale.
Ad esempio si distingue il progetto, poi diventato opera d'arte, chiamato "Cento Anni di Adolescenza".
Con il patrocinio del Comune di Milano vengono raccolti oltre duemila adolescenti per formare un unico autoritratto.
Libri sul Cubismo |
Oltre il cubismo Le Corbusier, Ozenfant Amédée, 2011, Marinotti |
Tra Einstein e
Picasso. Spazio-tempo, cubismo, futurismo Schapiro Meyer, cur. Trini T., 2003, Marinotti |
Cubismo. Ediz. italiana Gantefà¼hrer-Trier Anne, 2005, Taschen |
Cubism Cox Neil, 2002, Phaidon |
Collage-Collages.
Dal cubismo al new dada. Catalogo della mostra (Torino, 9 ottobre 2007-6 gennaio 2008) cur. Lamberti M. M., 2007 |
Yadwiga
disastrosa donna russa. Postsimbolismo, cubismo, futurismo de la «Voce» a «Le Soirées de Paris» Rodriguez Jean-Franà§ois, 2004, San Marco dei Giustiniani |
Pittura e idea. Ricerche
fenomenologiche sul cubismo cur. Pinotti A., 1998, Alinea |