L'Arte Cinetica nasce nel dopoguerra, in concomitanza con il declino dell'astrazione geometrica.
La parola "cinetica" deriva dal termine greco chinesis che vuol dire movimento.
Per questo l'arte cinetica è arte in movimento.
Tra le prime opere considerate esempi di arte cinetica si distinguono le sculture metalliche mobili di Naum Gabo vere e proprie "costruzioni cinetiche".
Altre opere da attribuire a questa corrente artistica sono le macchine costruttivistiche di Wladimir Tatlin, Alexander Rodtschenko e Là¡szlo Moholy- Nagy e gli oggetti luminosi in movimento di Marcel Duchamp e Man Ray.
Il vero successo di quest'arte arriva intorno agli anni sessanta, quando questa corrente artistica acquisisce forza e vigore grazie anche all'attività del gruppo francese "Groupe de Recherche d'Art Visuel" e da quello moscovita chiamato "Movimento".
Entrambi i gruppi utilizzano per fare arte nuovi metodi tecnologici che sfruttano la meccanica degli oggetti.
Le opere cinetiche, optical e programmate, puntano l'attenzione sullo studio dei meccanismi della visione, del movimento, e sui fenomeni ottici della luce.
Nell'opera d'arte cinetica viene inserito il movimento, che può essere reale o virtuale, spostando il punto di vista di colui che osserva.
In alcuni casi possono essere usati colori e figure geometriche semplici per creare effetti ottici che danno idea del movimento.
Si sfruttano nell'arte cinetica le leggi dei colori, dei contrasti, delle scale tonali, delle forme e dello spazio creando un "quadro" il cui significato va aldilà di ciò che si vede al primo impatto.
Lo spettatore per gli artisti dell'arte cinetica deve essere coinvolto sul piano percettivo e psicologico, non soltanto su quello formale, creando un nuovo rapporto fra arte e tecnologia.
I primi esperimenti artistici con il movimento si possono attribuire a Marcel Duchamp con la sua Ruota di Bicicletta (1913) per proseguire poi con le Macchine Inutili create intorno agli anni trenta da Bruno Munari.
Nel 1952 Bruno Munari pubblica il Manifesto del macchinismo dove lo stesso incita gli altri artisti a non utilizzare più per fare arte la classica tela, la pittura, o lo scalpello per creare una scultura, ma invita a fare arte usando le macchine.
All'arte cinetica spesso si associa anche la cosiddetta Arte Programmata, anche se ci sono sostanziali differenze fra le due forme artistiche.
L'Arte Programmata si accosta spesso all'arte cinetica, anche se ci sono sostanziali differenze fra le due forme artistiche.
Un'opera di Arte Programmata, termine inventato da Bruno Munari, è creata in base a un programma di calcolo che origina opere con pattern visivi e variazioni cromatiche casuali.
La prima mostra di Arte Programmata si svolse nel 1962 a Milano presso il negozio della Olivetti per volere di Giorgio Soavi e Bruno Munari, presentata in catalogo da Umberto Eco.
Oltre a Munari, si distinguono altri artisti rappresentativi di questa forma artistica, quali:
- Enzo Mari, il Gruppo T composto
da Anceschi, Boriani, Colombo, De Vecchi, Varisco e il Gruppo N, con Biasi, Costa, Chiggio, Landi, Massironi.
Lo scultore, designer e scrittore italiano Bruno Munari nasce a Milano (1907-1998).
Munari è uno dei massimi esponenti di grafica e design del ventesimo secolo.
All'inizio della sua carriera l'artista era vicino al futurismo per poi prendere altre strade focalizzando la sua opera sulle forme, sui colori, sul movimento, sulla luce.
Tra le realizzazioni più famose di Bruno Munari, "Le macchine inutili" 1933), che fecero di Munari un precursore dell'optical art.
Oltre a Munari, si distinguono altri artisti italiani rappresentativi di questa forma artistica, quali: Enzo Mari, il Gruppo T composto da Anceschi, Boriani, Colombo, De Vecchi, Varisco e il Gruppo N, con Biasi, Costa, Chiggio, Landi, Massironi.
All'estero invece i maggiori artisti rappresentativi dell'arte cinetica sono:
- Alexander Calder
- Jean Tinguely
- Pol Bury
- Siegfried Cremer
- George Rickey
- Vassilakis Takis
- Gà¼nther Uecker und Gà¼nter Haese.
Libri sull'Arte Cinetica |
Oltre il cubismo Le Corbusier, Ozenfant Amédée, 2011, Marinotti |
Tra Einstein e
Picasso. Spazio-tempo, cubismo, futurismo Schapiro Meyer, cur. Trini T., 2003, Marinotti |
Cubismo. Ediz. italiana Gantefà¼hrer-Trier Anne, 2005, Taschen |
Cubism Cox Neil, 2002, Phaidon |
Collage-Collages.
Dal cubismo al new dada. Catalogo della mostra (Torino, 9 ottobre 2007-6 gennaio 2008) cur. Lamberti M. M., 2007 |
Yadwiga
disastrosa donna russa. Postsimbolismo, cubismo, futurismo de la «Voce» a «Le Soirées de Paris» Rodriguez Jean-Franà§ois, 2004, San Marco dei Giustiniani |
Pittura e idea. Ricerche
fenomenologiche sul cubismo cur. Pinotti A., 1998, Alinea |