Autoritratti degli Impressionisti
Vincent Van Gogh
L'olandese
Vincent Van Gogh, durante la sua vita fece numerosi autoritratti.
Alcuni dei suoi autoritratti furono eseguiti nell'intento di studiare la resa di determinate accoppiate di colori, ma la maggior parte erano rivolti alla ricerca, attraverso il minuzioso studio delle espressioni degli occhi o della tensione dei muscoli facciali, al decorso della sua malattia mentale ed alla conferma dei pareri positivi o negativi dei medici.
Quando il pittore si trasferì a Parigi nel 1886, si trovò immerso in un'atmosfera assolutamente distante dal suo mondo artistico ancora molto legato ai colori ed ai soggetti della
tradizione fiamminga.
Gli autoritratti di Vincent in quel primo anno a Parigi sono legati al
Realismo, ai colori scuri nei quali si dipinge con la pipa.
Notoriamente grande fumatore, il pittore spesso preferiva il fumare al dipingere, come scrisse in una lettera al pittore amico Bernard: “I quadri più belli sono quelli che si sognano fumando la pipa a letto, ma che non si fanno"
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Nel 1887 conobbe
Paul Gauguin del quale divenne amico e dal quale assimilò il particolare stile di definire i contorni delle figure e l'uso di tonalità forti.
Verso la fine di quell'anno Van Gogh, stanco di Parigi si trasferisce nel sud della Francia alla ricerca si nuova ispirazione e dell'occasione di dipingere all'aria aperta secondo i dettami dell'
Impressionismo
Qui dipinge più di 200 opere, più un centinaio di acquarelli che riflettono nei gialli e nei caldi colori della natura la sua serenità che dura purtroppo pochi mesi.
L'estate del 1888 Gauguin si trasferisce nella "casa gialla" a dipingere con l'amico, ma la convivenza termina con una lite furiosa dopo la quale Van Gogh si amputa un orecchio.
L'anno dopo Van Gogh, si fa ricoverare nel manicomio di Saint Remy dove, appena ristabilito da una lunga crisi di follia durata due mesi, durante aveva tentato suicidio avvelenandosi con i colori, dipinge il suo miglior autoritratto.
In quest'opera oltre agli occhi fissi e le mascelle serrate, quello che colpisce è lo sfondo dove il pittore non include immagini, ma solo azzurre pennellate che si arrotolano su sè stesse, come lingue di fuoco.
Pennellate che caratterizzeranno la pittura dell'ultimo anno della sua vita, chiusa con un colpo di pistola al cuore il 27 Luglio 1890.
Edouard Manet
Il pittore viene considerato, per il suo stile un precursore degli Impressionisti, in modo particolare per la sua famosa opera "Colazione sull'erba", ma a differenza di altri non amò particolarmente autoritrarsi.
Uno dei due autoritratti conosciuti di Manet ''Autoritratto con tavolozza'' del 1878 è stata battuta all'asta da Sotheby's a Londra (2010) per 22,4 milioni di sterline (27 milioni di euro o 33,1 milioni di dollari), anche se questo suo autoritratto appare meno preciso e bello delle sue opere.
La sua figura, ripresa a mezzo busto, con un cappello nero, pennello in mano ed una giacca chiara, non ha la minuziosa precisione delle figure umane per cui Edouard Manet è famoso.
Per tratteggiarsi il pittore ricorre a un abbinamento cromatico per lui consueto, un fondo neutro, di tono marrone, contro cui risalta l'ocra della giacca, ripreso con pennelli e tavolozza, per sottolineare che la sua realizzazione è nel proprio lavoro.
Gli autoritratti dei pittori Impressionisti
Lo stile di vita degli Impressionisti portava gli artisti a vivere una vita di gruppo.
Tutti naturalmente amavano dipingere all'aria aperta e spesso lo facevano in compagnia; questo li portava a strette amicizie ed a farsi reciprocamente dei ritratti.
L'autoritratto faceva parte di una tappa della loro arte, ma pochi di loro ne hanno fatto un tema fisso come Vincent Van Gogh,
Rembrandt
o
Albrecht Durer.
Degli autoritratti gli impressionisti fanno spesso un manifesto del loro modo di esprimersi e se ne fanno più d'uno evidenziano il cammino percorso nello stile. accentuando o alleggerendo alcuni caratteri.
Susanne Valadont, si ritrae come l'avrebbe ritratta Toulouse Lautrec.
Pierre August Renoir
Il pittore, che comunemente viene considerato più rappresentativo della corrente degli impressionisti, ha lasciato parecchi autoritratti che sottolineano la sua fedeltà allo stile che lo ha accompagnato fino a novant'anni.
La freschezza e l'allegria che illumina la sua figura presa di fianco a 35 anni con una tavolozza leggera, viene via via sostituita da colori più caldi e controllati dei ritratti a sè stesso fino all'ultimo ironico ritratto con un cappello di tela bianca su un lunga e altrettanto bianca barba dei suoi 69 anni quando per la malattia era costretto a dipingere con i pennelli legati alle mani.
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