Opera lirica Gianni Schicchi

Gianni Schicchi video dell’opera completa

Gianni Schicchi opera lirica di Giacomo Puccini

Gianni Schicchi

L’opera comica di Giacomo Puccini Gianni Schicchi, basata sul libretto di Giovacchino Forzano, si ispira ad un passo del decimo canto dell’Inferno di Dante Alighieri.

Gianni Schicchi è stata per la prima volta presentata al pubblico nel 1918 al Metropolitan di New York.

L’opera fa parte del Trittico, insieme a il Tabarro e L’anemica Suor Angelica. Finalmente un pezzo allegro e divertente, a detta dello stesso compositore: «Dopo il Tabarro di tinta nera / sento la voglia di buffeggiare. / Lei non si picchi / se faccio prima quel Gianni Schicchi»

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Personaggi

Gianni Schicchi, (baritono)
Lauretta, sua figlia, (soprano)
Zita detta “La Vecchia”, cugina di Buoso, (contralto)
Rinuccio, nipote di Zita, (tenore)
Gherardo, nipote di Buoso, (tenore)
Nella, sua moglie, (soprano)
Gherardino, loro figlio, (soprano)
Betto Di Signa, cognato di Buoso, povero e malvestito, (basso)
Simone, cugino di Buoso, (basso)
Marco, suo figlio, (baritono)
La Ciesca, moglie di Marco, (mezzosoprano)
Maestro Spinelloccio, medico (basso)
Messer Amantio Di Nicolao, notaro (baritono)
Guccio, tintore (basso)
Pinellino, calzolaio (basso)

Brani celebri

Firenze è come un albero fiorito, romanza di Rinuccio
O mio babbino caro, romanza di Lauretta
Ah! che zucconi!, monologo di Gianni Schicchi

Trama de Gianni Schicchi di Giacomo Puccini

Opera Gianni Schicchi di A. Puccini

di Giacomo Puccini su libretto di Giovacchino Forzano

Atto Unico

Firenze 1299.

Gianni Schicchi, uomo arguto e spiritoso, è convocato dai parenti di un mercante appena morto, Buoso Donati, con lo scopo di aiutarli ad uscire da una brutta situazione.

Il defunto ha voluto devolvere la sua eredità ad un convento di frati, lasciando i parenti a mani vuote.

Opera Gianni Schicchi di Puccini

Dopo un’incertezza inziale, Schicchi accetta di aiutarli, pur nutrendo antipatia verso l’aristocratica famiglia Donati.

E’ la figlia Lauretta a convincerlo di accettare l’incarico. La giovane è innamorata di Rinuccio, nipote di Buoso Donati.

Viene ordito un piano che diventerà poi quasi una beffa.

A Firenze non è ancora stata diffusa la notizia della morte del mercante, così che Schicchi decide di portare il suo cadavere nella stanza accanto per nasconderlo.

Lui stesso si infila nel letto di Buoso Donati e fingendosi il defunto, detta al notai le sue volontà.

Prima di procedere nel piano, Gianni Schicchi avverte i parenti che saranno comunque rispettati tutti in nome della legge, pena il taglio della mano, condanna per chi si sostituisce al morto e a tutti i complici, “Addio Firenze, addio cielo divino”.

Così il piano viene messo in atto e Schicchi dichiara al notaio i suoi lasciti prendendosi beffa di tutti.

La “migliore mula di Toscana”, la casa di Firenze e i mulini, vengono lasciati al suo caro, devoto affezionato amico Gianni Schicchi.

I parenti nel sentire queste parole urlano e imprecano contro di lui, ma il finto defunto cantando il ritornello dell’esilio, riesce a cacciarli tutti da casa, ormai sua proprietà.

Sul terrazzo intanto Rinuccio e Lauretta si stringono in un caldo abbraccio, mentre Schicchi compiaciuto, osserva tutta la loro gioia e il suo successo.

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