Biografia e vita di Jacopo Robusti "Tintoretto" (1519-1594)
Jacopo Robusti (
Tintoretto), Pittore del
Rinascimento Italiano, figlio di un tintore di panni da cui deriva il soprannome, nasce a Venezia nel 1519 e trascorre tutta la vita nella sua città, eccezion fatta per un viaggio a Roma e una visita a Mantova.
Da non confondersi col figlio
Domenico Robusti, anch'esso soprannominato "Tintoretto".
L'unico documento ufficiale da cui ricavare dati sulla vita del Tintoretto è il necrologio custodito a San Marziale che fa
riferimento alla morte di “Jacopo Robusti detto Tintoretto”, avvenuta il
“31 maggio 1594”, all’età “de anni settantacinque”.
Notando l'inclinazione naturale del figlio per il disegno, il padre Battista Robusti, lo collocò come apprendista nella bottega del grande
pittore
Tiziano Vecellio, ancora in adolescenza, per vedere se aveva le qualità dell'artista.
Alcuni storici raccontano che, dopo solo dieci giorni, il Tiziano lo
avrebbe cacciato dalla sua scuola, probabilmente non per gelosia, quanto per divergenze artistiche e
caratteriali, dato lo spirito ribelle del giovane allievo, chiamato scherzosamente dai compagni "grano di pepe" e la limitata pazienza
di Tiziano che aveva già 56 anni di età.
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Ad ogni modo da questo momento in avanti i due pittori non si sono mai riavvicinati: Tintoretto è sempre rimasto un ardente ammiratore del
Tiziano, ma mai un amico, mentre il maestro ed i suoi seguaci fingevano di non conoscerlo.
Jacopo Robusti continuò a studiare da solo, con sacrifici e fatica. Utilizzando i modelli di
Michelangelo divenne esperto nella modellazione in cera ed in argilla, come faceva
Tiziano Vecellio, cosa che poi gli
tornò utile nella elaborazione dei suoi quadri e alla realizzazione della sua idea dell'arte e della sua ambizione personale riassunte
nell'iscrizione messa in evidenza nel suo studio "Il disegno di Michelangelo ed il colorito di Tiziano".
Verso 1546 Tintoretto dipinge per la chiesa della Madonna dell'Orto tre delle sue opere principali:
Adorazione del
Vitello d'oro, la
Presentazione della Vergine al Tempio e il
Giudizio
Universale ora vergognosamente ridipinto.
Nel 1548 è ingaggiato per quattro immagini nella Scuola Grande di San Marco:
Il ritrovamento del corpo di San
Marco ad Alessandria (ora nella chiesa degli Angeli, Murano),
Corpo del Santo portato a Venezia,
Un devoto del Santo indemoniato (queste due sono nella biblioteca del palazzo reale, Venezia), e il grande
e giustamente celebrato
Miracolo dello schiavo, con il quale Tintoretto si impone all’attenzione generale.
Nei suoi lavori continua ad essere evidente l'impronta tizianesca specialmente nelle scelte cromatiche e la perfezione di Michelangelo
nell'anatomia dei corpi.
Una quindicina di anni dopo, su commissione della medesima Scuola Grande
(1562), Tintoretto dipinge altri quadri raffiguranti i
miracoli di San
Marco, fra i quali spicca “Il ritrovamento del corpo”, fulgido episodio
concepito all’interno di un ambizioso programma iconografico
comprendente le “Storie della Passione”, dell’“Antico” e del “Nuovo
Testamento”, le “Storie dell’infanzia della Vergine e di Cristo”.
Nel “Serpente di bronzo”, collocato nella sala grande della Scuola, la
fusione di naturale e sovrannaturale si esplica in una mirabile efficacia rappresentativa.
Nel maggio 1564 i consiglieri della Scuola Grande di San Rocco decidono
di far decorare a proprie spese il soffitto de "Albergo" – la sala
delle riunioni della “giunta” -, nella nuova sede costruita dietro
l’abside della Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari.
Tintoretto, invitato a partecipare al concorso, presenta un modello per
una tela rappresentante "La gloria di San Rocco". Inizia così una
collaborazione, destinata a durare un ventennio (si concluderà soltanto
nel 1587), che farà sì che le sale della Scuola di San Rocco si
riempiano di opere dell’artista, fino a costituire un immenso poema
figurato, la cui importanza è stata talvolta paragonata a quella della
Cappella Brancacci di Firenze o della Cappella Sistina di Roma.
Il tema trattato sulle pareti dell’Albergo è la "Passione".
Le scene con "Cristo davanti a Pilato", la "Salita al Calvario" e la Crocifissione rivelano uno stile ormai maturo e una linea figurativa che risente di una spiccata teatralità nell’illustrazione narrativa e di una notevole sensibilità per i valori spaziali e dinamici.
Fra il 1575 e il 1581 Tintoretto dipinge, nella Sala Grande al primo piano della Scuola di San Rocco, accanto all’Albergo, prima le tele del soffitto con temi biblici, quindi quelle delle pareti con temi evangelici: rimarchevole, per originalità luministica e cromatica, la "Adorazione dei pastori".
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Fra il 1583 e il 1587 viene completato il grande ciclo di San Rocco, con
la realizzazione delle tele della Sala Inferiore, che annoverano diverse
scene della "Vita della Vergine" e della "Infanzia di Cristo", "Santa
Maria Maddalena leggente" e "Santa Maria Egizìaca in meditazione".
Mentre attende alle tele della Scuola di San Rocco, Tintoretto dipinge
anche per i privati, per le chiese, per il governo: fra le sue ultime
fatiche, la decorazione di una parete della Sala del Maggior Consiglio
in Palazzo Ducale, con la raffigurazione del
"Paradiso", immensa tela
affidata per lo più ai suoi collaboratori e al figlio
Domenico Robusti che si è occupato dei dettagli del panneggio, ma che rivela il notevole sforzo ideativo del pittore.
Negli ultimi dipinti, realizzati fra il 1592 e il 1594 per il
presbiterio di San Giorgio Maggiore (“Raccolta della manna”, “Ultima
Cena”, “Deposizione di Cristo nel Sepolcro”), la tensione drammatica
tipica delle sue composizioni raggiunge accenti talora accesamente
visionari, talora di più intima concentrazione spirituale.
Colto da febbre e da dolori allo stomaco che gli ha impediscono di mangiare e dormire per una quindicina di giorni,
Jacopo Robusti, detto il
Tintoretto, muore il 31 Maggio 1594 e viene sepolto nella chiesa della Madonna dell'Orto al fianco di sua figlia Marietta.
Oltre ai grandi lavori religiosi rimangono di lui molti Ritratti che il pittore sapeva eseguire con una velocità straordinaria.