Giovanni Battista Pergolesi biografia e composizioni
Giovanni Battista Pergolesi nacque a Jesi nelle Marche nel 1710 ed i primi elementi di musica li ricevette, bambino, da due sacerdoti e da un marchese del luogo prima di passare alla scuola del maestro di cappella comunale, F. Mondini, e di
quello del duomo, F. Santi, che vedevano in lui la promessa di un grande talento, ma fin da fanciullo fu di salute delicatissima, minato dalla tisi e colpito da poliomielite che gli offese una gamba.
Iniziati gli studi musicali nella città natale (ebbe fama di fanciullo prodigio), li proseguì a Napoli nel Conservatorio dei Poveri di
Gesù Cristo (1725) dove continuò lo studio del violino e «contrappunto e suono di tasti».
Al Conservatorio Pergolesi si segnalò come valente violinista e compositore, il dramma sacro "Li prodigi della Divina Grazia
nella conversione e morte di S. Guglielmo duca d’Aquitania" (1731) fu il suo «saggio» finale nel quale inserì una
nuova ed irresistibile vena comica.
Nel 1733 musicò “Il prigioniero superbo”, opera seria e nello stesso anno fu replicata al S. Bartolomeo la «commedja pe'
mmusecà» "Lo frate 'nnamurato", su libretto di G. A. Federico, opera che aveva già ottenuto un notevole successo al
Teatro dei Fiorentini l'anno prima.
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Pergolesi, ormai considerato musicista di prestigio, venne assunto come maestro di cappella del principe di Stigliano Colonna,
uno degli Eletti della municipalità napoletana e tra i nobili più in vista, visse e lavorò sempre a Napoli,salvo
una breve parentesi romana (1734) dove compose e rappresentò la “Messa in fa maggiore“
Nel 1735, Pergolesi ricevette un posto ufficiale nella cappella regia, quale organista soprannumerario e forse per essa,
compose l'ultimo dei suoi due "Salve Regina" in do minore.
Le caratteristiche originali della musica pergolesiana sono la dolcezza e la malinconia che traspaiono dalla creazione melodica.
Pergolesi compose opere serie e opere buffe, intermezzi, oratori, cantate, musica sacra, musica strumentale, ma furono "
La serva padrona" e lo "Stabat Mater"che gli assicurarono fama imperitura.
"La serva padrona" è il capolavoro di teatrale comico, che divenne in seguito il modello di questo genere musicale,
seguito poi da musicisti quali Mozart e Rossini.
Nel 1735 Pergolesi, sentendo diminuire continuamente le proprie forze, lasciò ogni attività e si ritirò a Pozzuoli nel convento dei
frati Cappuccini ove finì, pochi giorni prima di morire, l'inarrivabile "Stabat mater" per 2 voci femminili e archi.
Giovanni Battista Pergolesi morì a soli 26 anni nel 1736 di tubercolosi e fu sepolto in una fossa comune come più tardi accadrà a Vivaldi ed a Mozart.