Raffigurata con una tavoletta su cui scrivere, un rotolo di carta o un libro ed in capo una corona d'oro, la Musa Calliope, il cui nome in greco significa "dalla bella voce", era l'ispiratrice della Poesia Epica.
La poesia epica è il racconto in versi delle imprese leggendarie di un popolo, dei suoi miti e dei suoi eroi.
Nella nostra cultura occidentale, per poesia epica ci si riferisce ad Omero con l'Iliade e l'Odissea, a Virgilio con l'Eneide, ad Ariosto con la Gerusalemme liberata e l'Orlando furioso.
Il compito "morale" della Poesia Epica era esaltare i valori dell'amicizia, del coraggio, dell'amore, della famiglia, della gratitudine e della pace.
Ai nostri giorni la poesia epica ha abbandonato la forma in versi divenendo il genere narrativo proprio del romanzo specificatamente d'avventura, storico o didascalico.
(pubblicita' prj A1)
La Musa Erato
Raffigurata come una giovane ninfa coronata di mirti e di rose, che nella mano sinistra regge una lira e nell'altra il plettro. Spesso,
collocato vicino a lei, c'è un Amorino armato d'arco e di turcasso.
Erato, che si dice significhi "Amabile", deriva il nome da Eros ed è considerata l'ispiratrice della Poesia lirica, del canto corale e
della poesia anacreontica, la poesia che rifiuta i valori eroici in cambio di un nuovo equilibrio, situato nel canto, nell'amore, nella temperanza che favorisce la pace.
Erato è la musa collegata all'amore e molti poeti antichi la invocano nelle composizioni amorose.
La leggenda vuole che Erato fosse la madre del poeta e cantore Tamiri e di Cleomene.
Altra leggenda racconta che dal suo amore per Arcade, che diede il nome alla terra di Arcadia, nacque Azan.
La Musa Clio
Raffigurata seduta e con una pergamena in mano, Clio rappresentava la Storia.
Clio, la sorella maggiore, la prima fra le muse, riceve dalla madre Mnemosine, personificazione della memoria, il potere di trasmettere il ricordo di fatti e personaggi.
Clio, "Colei che può rendere celebri" è dunque Musa della storia.
Nell'antichità questa musa veniva invocata dai poeti che si accingevano a comporre testi che avrebbero contenuto fatti storici come Stazio che, nella Tebaide (1, 41 e X, 630), la invoca come ispiratrice del suo poema.
Ai giorni nostri è possibile allargare l'interesse della Musa Clio ai saggi, alle recensioni ed ai componimenti che hanno come obiettivo di indagare con rigore, ma anche con obiettività, la Storia e le sue proiezioni.
Della vita mitologica di Clio ci giungono leggende contrastanti riguardanti il fatto che le Muse fossero eternamente vergini e le attribuzioni di maternità di semidei che affollano la mitologia greca e latina.
Una leggenda vuole che Orfeo fosse nato dall'unione tra la musa Clio ed Apollo, il dio della musica.
Un'altra leggenda narra che Giacinto, il bellissimo giovane, fosse figlio di Piero e della musa Clio.