La strage degli innocenti
Questo avvenimento, raccontato con poche frasi da Matteo nel suo Vangelo, non ha trovato alcuna conferma storica e pertanto è da considerare
una leggenda.
Il racconto ha origine dal viaggio dei tre Re Magi venuti dall'Oriente che, seguendo la stella cometa, erano arrivati a Gerusalemme e sostando
presso un loro pari, il re Erode il Grande, chiesero dove si trovasse il neonato "Re dei Giudei" che, secondo le loro profezie, doveva essere
nato a Betlemme.
Erode, di questo Re non ne sa niente ed ai Magi, che si accingono a continuare la ricerca, chiede di fermarsi ancora da lui, sulla via del
ritorno esprimendo il desiderio di poter anche lui rendere omaggio al reale bambino.
Le intenzioni di Erode, sono tutt'altro che amichevoli nei confronti del neonato, temendo che il bambino annunciato dagli astri possa essere una futura minaccia al suo trono, vuole che sia ucciso.
I Re Magi, avvertiti misteriosamente delle cattive intenzioni di Erode, al ritorno non si fermarono da lui e,
dopo un breve periodo di inutile attesa, capendo che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di
Betlemme e dei dintorni, dai due anni in giù, poiché, non conoscendo la data
precisa della sua nascita, e calcolando il tempo necessario ai Magi per arrivare dall'Oriente non superasse i due anni, ordinò di uccidere tutti i bambini della zona sotto i due anni, nella speranza di
uccidere il potenziale Re dei Giudei.
L'evento è frequentemente raffigurato nell'arte come episodio collegato alla
Fuga in
Egitto, già dal VI secolo le raffigurazioni puntano sulla moltitudine della piccole vittime che si accatastano al suolo, sulla spietatezza
degli sgherri di Erode e la incontenibile disperazione delle madri.
Nei secoli le rappresentazioni della Strage, hanno come sfondo il paesaggio ed i luoghi familiari ai vari artisti: sulle pareti di Santa Maria
Novella in Firenze,
Domenico Ghirlandaio affresca la scena della Strage ambientandola di fronte all'Arco di Trionfo di un Imperatore romano;
Pieter Brueghel dipinge la scena nel paesaggio invernale di un villaggio
fiammingo, con gli aguzzini che giungono a cavallo e, come in un saccheggio, perlustrano le case ad una ad una.
L'episodio venne legato dagli artisti ai truci avvenimenti delle guerre del loro tempo, ad episodi di bestiale vendetta come quello lasciata
dal Manierista fiammingo
Cornelis van Haarlem, con gli osceni corpi nudi dei carnefici in primo piano e della vendetta delle madri su un sicario caduto
In alcune crude rappresentazioni della Strage si scorge il compiacimento per il macabro, per i particolari da macelleria, come ai giorni
nostri giornali e TV talvolta diffondono con discutibile gusto.
Molte rappresentazioni della Strage mettono come sfondo grandi palazzi per sottolineare l'insensibilità e la crudeltà del potere, sorda
al messaggio universale che denuncia le barbarie commesse in ogni epoca da ogni incivile società.
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