Museo Egizio di Torino
Il
Museo d'Arte Egizia di Torino, detto più brevemente
Museo Egizio, una tra le più importanti raccolte al mondo dopo quella del Cairo, è ospitato nel sontuoso palazzo barocco dell'Accademia delle Scienze, eretto nel XVII secolo dall'architetto Guarino Guarini e che ospita anche la Galleria Sabauda.
Fondato nel 1824 da Carlo Felice con l'acquisizione della raccolta del console di Francia in Egitto, il piemontese Bernardino Drovetti.
Successivamente arricchito dagli scavi di Ernesto Schiaparelli, il Museo possiede circa 30.000 pezzi che documentano la storia e la civiltà dell'Egitto, dal
paleolitico all'epoca
copta, con pezzi unici e raccolte organiche di oggetti d'arte e d'uso quotidiano e funerario.
Visita al Museo Egizio
La visita può cominciare dal
Piano Terra (percorso cronologico) o dal
Primo Piano (percorso tematico).
Informazioni:
Indirizzo: Via Accademia delle Scienze 6 - Torino
Numero di telefono: 011.561.77.76
Fax: 011.562.31.57
Sito Internet:
http://www.museoegizio.org
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Sala numero 1 - La storia e le fonti
La visita inizia al piano terra dalle camere statuaria, dove c'è la mostra di due sfingi con il volto di Amehotep II, Ramses II in basalto nero, Sethi II, della principessa Redi, il gruppo del re Tutankhamon III e del dio Amenca, la statua di Thutmosi III e grandi sarcofagi in pietra.
Due stanze dedicate all’
Epoca Predinastica (IV millennio a.C.) e all’
Antico Regno (III millennio a.C., epoca in cui fu
costituito lo Stato Egiziano, furono costruite le piramidi e si diffuse la scrittura.
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Piano interrato - I siti provinciali
Questa parte della mostra, dislocata in un lungo corridoio sotterraneo, vengono illustrati le località periferiche, lungo il Nilo che ospitavano le strutture che agivano da centri amministrativi dell'antico Egitto.
Tre, di questi importanti siti,
Gebelein,
Asiut e
Qau el-Kebir, furono portati alla luce da campagne di scavo effettuate dal 1900 al 1940 dall'allora direttore del Museo, Ernesto Schiaparelli e dal suo collaboratore Giulio Farina.
I reperti testimoniano le epoche dal
Primo Periodo Intermedio al
Medio Regno (2190-1646 a.C.).
Qui si possono vedere i reperti provenienti dagli scavi
Gebelein e
Qau-el-Kabir, dove vennero ritrovate due tombe intatte.
Piano terra a destra - Il tempio di Ellesija
Questo tempio fu consacrato dal re Tuthmosi III nel 1454 a.C. nell’area nubiana, compresa tra la prima e la seconda cataratta, zona che costituiva un’area di transito per le spedizioni commerciali di beni di lusso.
Il
tempio di Ellesija, come molti altri monumenti, era destinato ad essere sommerso dalle acque del lago artificiale
Nasser
dopo la costruzione della diga di Assuan.
L'Egitto donò questo tempio all’Italia come ringraziamento per il ruolo avuto nella campagna dell’UNESCO promossa per salvare i templi della Nubia.
Piano terra - Lo Statuario
Vi sono esposte sfingi, sarcofagi (destinati a conservare i corpi dei defunti), tavole d’offerta (con offerte di cibo scolpite), elementi architettonici, ma soprattutto statue monumentali, che mostrano alcuni dei più importanti e famosi faraoni e divinità.
Sono presenti infatti i re Thutmosi III, Amenofi II, Tutankhamon, Horemheb, Ramesse II, Sethi II, insieme a sculture di principi e funzionari del re.
Ci sono 21 statue degli dei egiziani fra cui Ptah, Amon, Hathor e Sekhmet.
Queste statue sono ospitate nelle due sale del piano terra in una scenografia denominato
Riflessi di pietra, che rende al massimo
la lucentezza delle pietre e la linea delle sculture.
Piano Primo - Sala I - Le formule funerarie
Gli egizi credevano che ci fosse una vita dopo la morte e le tombe costituivano la dimora eterna per i morti.
Il rito di offrire al defunto cibo e bevande per l’aldilà, è illustrato principalmente dalle stele funerarie.
Qui sono esposte le pietre e le lapidi funerarie che. con le statue del defunto. venivano collocate all’interno delle tombe e dei templi.
Le iscrizioni su questi reperti, sono formule funerarie, suppliche e preghiere alle divinità oppure testi autobiografici.
Piano Primo - Sala II - I corredi funerari
Nella seconda sala, i costumi funerari sono documentate dalla collezione di mummie, sarcofagi, baldacchini, statuette, amuleti e dal "Libro dei Morti".
Per gli antichi egizi, la conservazione dei corpi era essenziale per la vita eterna.
Dopo la mummificazione, i corpi erano deposti in sarcofagi: i più antichi sono di forma rettangolare per poi essere costruiti a forma umana.
Il percorso del defunto nell’aldilà era accompagnato dalla recitazione di formule funerarie scritte sui sarcofagi o su papiri.
Tra i corredi delle tombe si trovano statuette funerarie, chiamate
Ushabti, che sostituivano il defunto quando era chiamato ad eseguire i lavori nei campi di
Osiride, poi poggiatesta, specchi, sandali, bastoni, archi e frecce, vasellame, cassette in legno, modellini di animali, barche con equipaggi, modelli di attività agricole e artigianali.
Piano Primo - Tomba di Kha e altre
Questa tomba, datata 1400 a.C. e trovata intatta a Dair-el-Medina, è dell'architetto
Kha e di sua moglie
Merit e contiene il ricco corredo funebre.
Questa tomba ricostruita nel Museo, contribuisce notevolmente alla fama di questo: la quantità e la qualità degli oggetti è tale da poter costituire, da sola, una intera esposizione.
Tomba di ignoti
Un interessante corredo funerario trovato intatto nella
Tomba di ignoti, a Gebelein, risale alla V dinastia dell’Antico Regno, l’epoca delle Piramidi (2400 a.C.).
Cappella funeraria
di Deir el-Medina le cui pitture furono asportate nel 1905 durante gli scavi di Ernesto Schiaparelli e trasferite al Museo per salvarle dal deterioramento, appartiene al pittore Maia e alla moglie
Tamit (1300 a.C.).
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Sala III - Deir el-Medina
Deir el-Medina era il villaggio degli artigiani che, nel Nuovo Regno, erano impegnati nella costruzione delle tombe della
Valle dei Re e della
Valle delle Regine.
La regina Ahmose Nefertari, moglie del fondatore del Nuovo Regno, il re Ahmose, fu venerata per secoli specialmente dagli artigiani di Deir el-Medina.
Di questa regina, che non deve essere confusa con Nefertari, moglie di Ramesse II, si hanno pochi reperti perché la sua tomba è stata saccheggiata in tempi remoti.
Piano Primo - Sala IV - La tessitura
In questa sala sono esposti teli provenienti dalle tombe regali della XVIII dinastia e strumenti per la tessitura.
Ben esposti ci sono fusi, pettini in legno ed accessori d’abbigliamento, tra cui dei sandali il pelle perfettamente conservati.
Sala IV - La scrittura
In questa sala sono esposti numerosi testi in geroglifico, in ieratico, in demotico, in greco ed il copto, insieme ad una serie di frammenti di vaso o di arenaria (detti ostraca) che gli scribi ed i pittori utilizzavano per appunti ed esercizi di scrittura o disegno.
Vi è l'esposizione di alcuni papiri fra cui la
Reale Canon, il papiro giudiziario, una mappa topografica, il papiro ironico e quello chiamato "ostrakon" o del danzatore.
Piano Primo -Sala V - La vita quotidiana
La sala si apre con le pitture provenienti dalla
tomba di Iti, cancelliere e comandante del re, che fu sepolto a Gebelein.
Le scene illustrano la consegna delle offerte funerarie, il sacrificio di un animale (perché il defunto abbia di chè nutrirsi nell'aldilà) e altre attività quotidiane: un uomo che riempie i granai, l’allevamento del bestiame, la vendemmia, la panificazione e la produzione della birra.
Piano Primo - Sala VI - Epoca tarda e tolemaica
In questa sala viene documentata la conquista dell’Egitto da parte di Alessandro il Grande (332 a.C.) che diede inizio ad una dominazione di sovrani di lingua greca, chiamata
Tolemaica dal fondatore Tolomeo I, generale di Alessandro.
Questa monarchia durò fino alla sconfitta di Cleopatra ad Azio, nel 31 a.C.
La lingua ufficiale della dinastia era il greco, ma i nuovi sovrani continuarono a seguire la tradizione egizia facendosi ritrarre come faraoni.
In ambito religioso, l’incontro delle due culture - Greca ed Egizia, determinò la fusione di divinità Greche ed Egizie.
Primo piano - Sala VII - Gli dei e la magia
Qui ci si trova fra statue e amuleti delle diverse divinità egizie, tra cui Anubi con la testa di cane, dio della necropoli e dell’imbalsamazione, Iside, Osiride e il figlio Horus.
Mummie di Bastet, la dea gatta, mummie di pesci gatto, coccodrilli e babbuini, testimoniano i culti che si diffusero in epoca tarda.
Ci sono anche statue guaritrici, bastoni magici e stele protettive usate nelle pratiche magiche.
Primo piano - Sala VIII - Epoca Romana e Copta
Dopo la battaglia di Azio nel 30 a.C., l’Egitto, sconfitto, diventa una provincia dell’Impero Romano conservando però le consuetudini di vita dell’epoca faraonica, compresi gli usi funerari.
I grandi cambiamenti nella vita e nei riti egiziani, vi furono con la diffusione del Cristianesimo.
L'antica civiltà pagana diventò cristiana; la liturgia utilizzava la lingua copta (scritta con alfabeto greco integrato con alcuni segni derivati dalla grafia demotica) e ci furono anche innovazioni in campo artistico, nei modi di rappresentazione della pittura e della scultura.
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